Può sembrare una litania e forse un po' lo è, visto che ripete vecchie considerazioni che spesso accompagnano la settimana più canora dell'anno. Ma, stando a quanto il...
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Per fortuna Carlo Conti sta rimediando assoldando una serie di comici, si era parlato dei suoi amici toscani Pieraccioni e Panariello, arriveranno Alessandro Siani, la coppia Luca e Paolo e Angelo Pintus. Quanto al resto, il suo Festival ha tutte le carte in regola per trasformarsi in una valle di lacrime. Per la qualità della musica che sarà servita, ma anche perché quasi tutte le canzoni hanno fatto la scelta ardita di parlare d'amore: amori perduti, amori spezzati, amori rifugio, e tutto il campionario relativo. Con adeguato corredo di frasi stereotipate, da baci perugina: «Io ti amo mentre dentro muoio», «sentirsi come un fiore incapace di appassire», «mi chiedo spesso se tu sei felice come me», «dimmi che non mi lascerai mai», «l'amore è un fiore che se nasce non conosce inverno», eccetera, eccetera.
Sono in pochi a distinguersi. Lo fa la coppia Grazia Di Michele - Mauro Coruzzi (ovvero Platinette) con un brano, Io sono una finestra, che tocca il tema dell'identità sessuale. E lo fanno I soliti idioti, alias Biggio e Mandelli, che hanno scelto di fare il verso a Cochi e Renato con una folk song, Vita d'inferno, che fa anche correre il brivido della parolaccia: un «coglioni» che, però, in diretta durante le serate del Festival sarà pudicamente coperta da uno squillo di trombe e tromboni, mentre sopravviverà l'accenno che si fa a un preservativo spezzato.
Il resto è convenzionalità pura, senza nessuno scatto d'orgoglio.
Il Gazzettino