Rita Pavone e il racconto segreto: «Ho rischiato di morire, mi hanno salvato in extremis. Ora voglio solo cantare»

«Se oggi sono qui a Sanremo lo devo al destino che mi è stato amico e a Renato Zero che amico mi è stato altrettanto». Rita...

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«Se oggi sono qui a Sanremo lo devo al destino che mi è stato amico e a Renato Zero che amico mi è stato altrettanto». Rita Pavone – tra le 24 voci in gara al 70° Festival della Canzone Italiana – arriva in Riviera nel pomeriggio, domani salirà sul palco dell’Ariston per la prima prova con l’orchestra. Il destino le ha sorriso su un tavolo operatorio quando è stata salvata in extremis nel 2003: «Avevo piccole fitte al petto a cui però non davo nessuna importanza, cantavo, andavo di qua e di là, ballavo come una matta, fino a che sono piombata a terra ché l’aorta era quasi già bella e otturata. Mi hanno riportata al mondo per un pelo».


 


Poi nel 2010 il «re dei sorcini» la vuole tra gli amici-colleghi sul palco di Villa Borghese nei concerti con cui festeggia i 60 anni. «Mi ero ritirata già da cinque o sei anni. Dissi a Renato: “Non annunciarmi, non dire niente…” e arrivai in scena a sorpresa. Scoppiò il finimondo. Così mi son detta: cosa ci faccio a casa, con le mani in mano? E da allora mi sono rimessa in marcia».



La marcia prosegue con questo pop-rock in gara al Festival, «Niente (Resilienza 74)», scritto da Giorgio Merck, suo secondogenito, un brano in cui Rita riafferma se stessa, una vita e una carriera di assoluta indipendenza. «Ho sbagliato più quando mi sono fidata di altri che quando ho fatto di testa mia». Una carriera lunga 58 anni, idolo dei teenager italiani a 16 anni e star internazionale – prima in classifica in Inghilterra e nelle top ten americane – ad appena 20 quando si esibì alla Carnegie Hall a New York. E più volte invitata all’«Ed Sullivan Show».

«Alla fine di una puntata – racconta – di cui era ospite anche Elvis Presley, uno dei miei miti, lui si avvicina e mi fa: “Sei in gamba, ragazza. Farai strada e sarà molto lunga”. Toccai il cielo con un dito». Profezia avverata: «Infatti sono ancora qui, grazie alla mia voce che è rimasta intatta. La faccia no, le rughe mostrano per intero la mia anagrafe. Ma di quelle non mi è mai importato nulla».


Anche le polemiche non la scalfiscono: «Sono a Sanremo per cantare, l’unica cosa che mi rende felice».

Credit Foto Rita Pavone: Chiara Mirelli. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino