Redford in “La scoperta”, racconta la sfida della vita dopo la morte

Redford in “La scoperta”, racconta la sfida della vita dopo la morte
Un aldilà popolato di sensazioni, luoghi e personaggi familiari. Il sogno di un'altra vita, di una possibile ripartenza. E i grandi interrogativi di sempre: la durata...

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Un aldilà popolato di sensazioni, luoghi e personaggi familiari. Il sogno di un'altra vita, di una possibile ripartenza. E i grandi interrogativi di sempre: la durata dell'amore, la capacità di adattarsi alla paura, il bisogno insopprimibile di legami. Interroga la filosofia, la scienza e la religione l'universo immaginato nel film “La scoperta” diretto da Charlie McDowell e interpretato da Robert Redford, Rooney Mara e Jason Segel, prodotto da Netflix che lo distribuirà in tutto il mondo dopo l'anteprima nella selezione ufficiale del Sundance Film Festival.


La vicenda è ambientata nel futuro, un anno dopo che il neuroscienziato Thomas Harbor ( Redford) ha dimostrato
scientificamente che l'esistenza nell'aldilà esiste. L'umanità ha l'opportunità di un nuovo inizio, anche se come, e in che genere di 'mondò, non si sa. Le risposte sono imprevedibili: a migliaia scelgono ogni giorno di suicidarsi, per raggiungere quello che li aspetta dopo la morte; altri, come il figlio del dottor Harbor, Will (Jason Segel) e una giovane donna di nome Isla (Rooney Mara), attraversano il mondo alla ricerca di nuove risposte alle loro domande; altri ancora, come Lacey (Riley Keogh) e il fratello di Will, Toby (Jesse Plemons), entrano nel gruppo che si riunisce nel compound del dottor Harbor.

McDowell, che è anche coautore del film con Justin Lader, ha provato a pescare da una potente tradizione letteraria e cinematografica, che spazia da Ray Bradbury a Richard Matheson, dalla serie cult “The Twilight Zonè” a film come “2001: Odissea nello spazio” “Se mi lasci ti cancello”. Il risultato è un racconto che ha l'ambizione di cogliere il nucleo del mistero umano e collocarne la soluzione oltre l'orizzonte.

«Quando leggo un copione, mi interrogo sulla storia, sui personaggi, sull'emozione. Un film deve avere questi tre punti di forza per interessarmi. “La scoperta” ce li aveva», ha spiegato Redford. «Questo film ti costringe ad andare al di là dei limiti, a pensare fuori degli schemi. C'è chi ha paura di farlo. Ma io lo trovo stimolante».

Il suo personaggio, Thomas Harbor, ha sottolineato ancora l'attore e regista, «è un grande venditore. Ha un ego molto forte, una mente brillante e riesce a creare una macchina in grado di portare le persone su un altro
piano dell'esistenza. Ma è anche una persona molto pericolosa, per il suo egoismo e per il senso di superiorità».
«Quello che Thomas non ha messo in conto - dice ancora Redford - sono proprio i suicidi. Una cosa ormai fuori
controllo. I suoi seguaci sono con lui perché credono in lui e hanno bisogno di guida, e pensano che valga la pena togliersi la vita. Ma lui deve guidarli per portarli nell'aldilà».


Girato principalmente a Newport, in Rhode Island, il film è stato prodotto da Alex Orlovsky di A-LO Films e James D. Stern di Endgame Entertainment e co-finanziato da Endgame Entertainment e Protagonist Pictures. I produttori esecutivi  sono Julie Goldstein, Lucas Smith, Mike Goodridge, Dimitra Tsingou, Hunter Gray, Charlie McDowell. Erika Hampson ha contribuito come co-produttore. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino