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Nino D'Angelo si racconta a Verissimo. Il cantautore partenopeo ha ricordato con Silvia Toffanin uno dei momenti più brutti della sua vita: quando, a causa della criminalità organizzata, fu costretto a lasciare la sua Napoli. «Mi sono offeso, non mi sono spaventato - ha detto Nino D'Angelo -. Hanno sparato in casa mia circa quarant’anni fa. Era un’estorsione, volevano i soldi e io non me lo aspettavo. Venivo dal niente, ho sempre aiutato chi mi ha chiesto una mano. Mia moglie era spaventata, voleva andare via, avevo i figli piccoli. Non potevo mettere a rischio la mia famiglia».
Nino D'Angelo, la depressione e il matrimonio con la moglie Annamaria
L'artista napoletano racconta anche del difficile momento vissuto a causa della depressione: «Vivere in modo improvvisato non è vivere. Il primo lockdown l’ho vissuto molto male, non avevo alcuna intenzione di scrivere canzoni. Pensavo solo a far stare bene la famiglia, soprattutto i miei figli. Poi ho visto il murales che mi hanno dedicato e quel gesto mi ha spronato a fare questo disco che è stato il più difficile della mia carriera. Scrivere di vita quando vicino a te c’è la morte è complicato».
Nino D’Angelo ha poi parlato del matrimonio con sua moglie Annamaria, con cui è sposato da 42 anni: «L’ho conosciuta quando avevo 11 anni - ha detto commosso - Il papà mi ha sentito cantare, mi ha preso dalla strada e mi ha portato a casa sua. Io mi ero fidanzato di nascosto con sua figlia e sotto certi aspetti l’ho tradito. Annamaria è rimasta incinta a 15 anni, abbiamo fatto la fuitina e poi il matrimonio.
Il Gazzettino