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Nona Gaprindashvili è la vera “regina degli scacchi”, e non ha mandato giù l’affronto di essere stata dipinta - nell’ultimo episodio della serie - come una che in competizione “non ha mai affrontato degli uomini”. Di qui, la decisione di fare causa per diffamazione a Netflix, a cui ha chiesto milioni di dollari di risarcimento, per essere stata dipinta in questo modo davanti all’immensa platea del gigante dello streaming.
La campionessa, oggi ottantenne, è stata la prima donna ad essere stata nominata “Gran Maestro” in quella che un tempo era l’Unione Sovietica. Dalla sua Tbilisi, la capitale della Georgia, ha detto di essersi sentita profondamente ferita. “Hanno cercato di creare questo personaggio di fantasia che sembrava aprisse la strada ad altre donne, mentre in realtà io avevo già ispirato generazioni di giocatrici”, ha detto Gaprindashvili in un video reso disponibile dai suoi legali. “Questa è l’ironia”, ha aggiunto.
Netflix ha risposto di avere “il massimo rispetto per la signora Gaprindashvili e la sua sfolgorante carriera”, ma ha anche precisato di ritenere “che la sua causa sia infondata” e per questo si difenderà “con vigore” nelle sedi appropriate.
Le competizioni vinte contro gli uomini
La campionessa, però, ricorda che ha battuto avversari maschi in diverse occasioni.
Le differenze tra il romanzo e la serie
“La regina degli scacchi”, da un romanzo di Walter Tevis, è diventata la miniserie di maggior successo per Netflix, che ha guadagnato due Golden Globe e 18 premi Emmy, gli “Oscar” della televisione. E si pensa di adattarla anche per un musical teatrale. Merito dell'interpretazione dell'attrice rivelazione Anya Taylor-Joy, ma anche della forza del tema trattato, e di una sceneggiatura molto efficace. La serie, così come ha fatto per anni Gaprindashvili con il suo esempio vivente, ha ispirato più donne a provare a confrontarsi con questo gioco, e ha messo sotto i riflettori i problemi di discriminazioni di genere che si annidano nel mondo degli scacchi. I legali della campionessa hanno fatto notare anche che, nel romanzo originale, si dice l’esatto contrario, e cioè che Gaprindashvili «aveva affrontato tutti questi campioni russi molte volte prima». Il palazzo degli scacchi di Tbilisi è dedicato proprio a lei, che cominciò la sua carriera come giocatrice professionista a 13 anni, fino a diventare la prima donna “Gran Maestro” della storia. Gli autori delle serie sono avvertiti: mai prendersi troppe libertà, quando si cerca di trasporre sul piccolo schermo un romanzo di successo.
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