Del Negro e Modiano, destini opposti complice la concorrenza del web

Del Negro e Modiano, destini opposti complice la concorrenza del web
VENEZIA - Carta vince, carta perde. Il famoso detto si attaglia alla perfezione alle parabole delle due principali case produttrici italiane di carte da gioco, la trevigiana Dal...

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VENEZIA - Carta vince, carta perde. Il famoso detto si attaglia alla perfezione alle parabole delle due principali case produttrici italiane di carte da gioco, la trevigiana Dal Negro e la triestina Modiano, che si sono spartite a lungo il mercato nazionale, dopo aver vissuto due storie assolutamente speculari: la prima, fondata da una famiglia austriaca nel 1756 e rilevata nel 1928 da Teodomiro Dal Negro, nonostante la crisi sta addirittura aprendo nuovi negozi, com’è avvenuto nei giorni scorsi a Treviso; la seconda, fondata da Saul David Modiano (originario di Salonicco) nel 1868 a Trieste, fu ceduta nel 1988 all’industria cartotecnica Grafad, ha cercato di reagire alla gelata dell’economia, ma ha appena messo in cassa integrazione tutti i 70 dipendenti (la concorrente trevigiana ne conta una sessantina, i fatturati annui sono rispettivamente di 12 e 9.2 milioni di euro).




Dietro le due vicende aziendali si svelano però alcuni aspetti costitutivi della modernità, dagli effetti della globalizzazione, alle ricadute delle tecnologie, fino alla crescente diffusione di atteggiamenti a-sociali ben descritti dal teorico della società liquida Zygmunt Bauman: detta in soldoni entrambe le società soffrono della concorrenza straniera, sia europea che asiatica, che riesce a mettere sul mercato carte da gioco anche di buona qualità a prezzi molto più contenuti (e infatti entrambe hanno fortemente ridotto, negli ultimi decenni, le loro maestranze); entrambe hanno dovuto fare i conti con la diffusione massiccia dei nuovi giochi virtuali (su play station, tablet, telefonini) che rubano giocatori al Tressette o alla Scala Quaranta, e con la drastica riduzione dei tradizionali spazi e tempi (anche ludici) di socializzazione.



Come spiega l’esperto di giochi veneziano Dario De Toffoli, «solo in Italia ci sono due milioni di account di giocatori on line, dediti soprattutto al poker. A giocare a Tressette, Scopa o Briscola al bar del paese ormai sono rimasti solo gli anziani. Per questo le carte regionali, che erano ben 16 varietà, stanno letteralmente sparendo dalla circolazione, in favore di quelle internazionali». É una vera e propria mutazione antropologica, quella che De Toffoli intravede dietro la crisi delle carte da gioco: «Il gioco che attualmente sta avendo maggior fortuna al mondo è il poker alla texana, che ha soppiantato le altre varianti e i giochi tradizionali in virtù della sua maggior spettacolarità: si tratta di un gioco globale per eccellenza, che si presta molto alle sfide on line, e in particolare ai tornei, in cui ognuno punta la stessa cifra e il monte premi aumenta via via con le eliminazioni, fino a raggiungere cifre molto consistenti per il vincitore e i piazzati».



«Ormai per un semplice amatore non c’è più partita», sbotta De Toffoli, che si lamenta anche del fatto che la legislazione italiana penalizza le carte, «impedendo magari a un ragazzo di spendere 30 euro per un torneo fra amici, e consentendogli invece di giocarsi mille euro su internet».



Di fronte a questa situazione le due aziende cartacee hanno dunque dovuto rivedere le proprie strategie produttive, con esiti molto diversi: la Modiano, che conta su un brand molto quotato, arricchito nel passato anche dal contributo di illustratori di fama quali Marcello Dudovic, ha puntato su una nicchia selezionata di mercato; la Dal Negro ha invece diversificato molto le sue produzioni, sbarcando anche nel mercato dei giochi di legno per bambini e sulle riedizioni in stile europeo di giochi da tavolo asiatici. Il negozio mono-marca aperto a Treviso, nell’antica sede della fabbrica, potrebbe diventare il primo di una lunga catena. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino