Milo Manara si racconta dopo 52 anni di carriera: «Nei fumetti la questione non è soltanto disegnare»

Milo Manara si racconta dopo 52 anni di carriera: «Nei fumetti la questione non è soltanto disegnare ma raccontare»
Milo Manara si racconta dopo oltre 50 anni di carriera. «Nei fumetti la questione non è soltanto saper disegnare decentemente. Bisogna saper raccontare»...

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Milo Manara si racconta dopo oltre 50 anni di carriera. «Nei fumetti la questione non è soltanto saper disegnare decentemente. Bisogna saper raccontare» confessa l'artista che, dall'esordio professionale nel 1969, ha continuato a seguire il suo straordinario talento nel fumetto, senza mai smettere di osservare il mondo e restituirlo sulle tavole.

Ora, dopo tanto disegnare e raccontare, Manara ha deciso di delineare tutti i passaggi cruciali della sua vita, personale e professionale, nella sua autobiografia, dal titolo «A figura intera», pubblicata da Feltrinelli Comics e disponibile dal 29 aprile. Insieme all'autobiografia, che inaugura il sodalizio con Feltrinelli Comics insieme alla «Biblioteca Manara» (la collezione che comprende la pubblicazione di tutti i lavori dell'artista), lo stesso giorno arrivano in libreria anche altri due volumi: si tratta di «Felliniana», storie scritte per il cinema da Federico Fellini e trasformate in fumetto da Manara (con prefazione di Francesco Piccolo) e «Lo scimmiotto», liberamente tratto da un classico della letteratura cinese su sceneggiatura di Silverio Pisu.

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Senza dubbio è la sincerità il primo elemento che caratterizza «A figura intera»: nelle pagine Manara si racconta in brevi, densi paragrafi nei quali mette a fuoco singoli episodi della sua vita. Qui l'artista svela l'uomo, e l'uomo l'artista, senza troppi filtri, sempre con grande capacità di descrivere al lettore non solo i fatti ma anche le atmosfere: dall'infanzia, con la scoperta della matita e dei libri, alla passione per i fumetti, dagli studi e le prime esperienze lavorative all'amore per Luisa, la donna che ancora oggi è sua moglie e che è madre dei suoi figli; e poi l'inizio della carriera vera e propria, i viaggi a bordo del camper con tutta la famiglia, le tantissime opere realizzate, sia storie scritte da lui («H.P. e Giuseppe Bergman», «Il gioco», «Il profumo dell'invisibile», «Caravaggio», solo per citarne alcuni) che su sceneggiatura di altri autori, fino al successo in Italia e nel mondo che lo consacra come uno degli autori del fumetto più importanti.

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Ma nel libro l'artista mette a fuoco se stesso anche attraverso due «maestri», Hugo Pratt e Federico Fellini, fondamentali per la sua crescita umana e professionale: in una sorta di tributo alla memoria che ha il sapore di una profonda gratitudine, Manara spende per i due giganti parole importanti, non solo in ricordo delle esperienze lavorative condivise, ma per la profonda amicizia che per anni li ha legati. Sfogliando il libro, arricchito di fotografie e ovviamente di tavole, tutta la vita di Manara prende forma. Molte le riflessioni che accompagnano le vicende biografiche, sull'amicizia, il lavoro, le donne, e ovviamente sulla scelta di fare il fumettista in un certo modo: «Nel fumetto, c'era una vocazione primaria che io ho voluto seguire, in contrapposizione all'arte contemporanea. Raccontare l'avventura. E questo significava riuscire a parlare a tutti, senza barriere. Il fumetto come arte popolare, in senso politico ed etico», scrive l'autore.

E mentre sullo sfondo si intravede anche l'evoluzione, decennio dopo decennio, del nostro Paese, il libro lascia emergere il carattere di Manara, artista e uomo rigorosamente libero, che ha scelto di usare il suo talento per essere testimone del proprio tempo. Tutti gli appassionati di Manara e dei suoi fumetti potranno seguire mercoledì 12 maggio, alle 18:30, in streaming su Feltrinelli Live il dialogo tra l'artista e Francesco Piccolo nell'ambito della presentazione di «A figura intera» e «Biblioteca Manara».

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Il Gazzettino