Luke Perry e Keith Flint morti, con loro se ne vanno i mitici anni '90

Luke Perry e Keith Flint morti, con loro se ne vanno i mitici anni '90
Gli anni '90 se ne sono andati, e lo hanno fatto in un insospettabile 4 marzo, portandosi via due delle icone degli adolescenti di quel periodo: Keith Flint dei The Prodigy,...

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Gli anni '90 se ne sono andati, e lo hanno fatto in un insospettabile 4 marzo, portandosi via due delle icone degli adolescenti di quel periodo: Keith Flint dei The Prodigy, che si è tolto la vita nella sua casa dell'Essex, e Luke Perry, il Dylan McKay di Beverly Hills 90210, stroncato dalle conseguenze di un ictus. 



I ragazzi che andavano a scuola con il walkman nelle orecchie e che passavano i pomeriggi in attesa che Mtv trasmettesse il video di quello scatenato ballerino dai capelli verdi erano gli stessi che non perdevano una puntata delle avventure di quegli adolescenti californiani, tra un litigio e un passaggio al "Peach pit". E per una strana ironia della sorte, proprio due dei personaggi che tanto li hanno fatti sognare se ne sono andati nello stesso giorno, e ora quei ragazzi troppo cresciuti devono dire addio - ancora un po' - alla spensieratezza della loro infanzia passata tra Levis 501 e camicione a quadri.
 
Dylan McKay, il bello e dannato, che a bordo della sua moto infrangeva cuori come fosse James Dean, conteso tra la mora Brenda e la bionda Kelly (e tutti parteggiavamo per l'una o per l'altra) era l'amore nemmeno tanto segreto di qualsiasi ragazza possedesse una tv e l'icona dei maschi, che avrebbero voluto imitarlo. Tanto che oggi, qualche quarantenne ancora cita le sue frasi: "Ma che bel quadretto: la mia ragazza e il mio migliore amico" o "In questo mondo l'unica persona di cui ti puoi fidare è te stesso".

E poi, quasi a fare da contraltare, c'era Keith Flint. Gli occhi sgranati, l'espressione tesa, lo sguardo demoniaco, i capelli come corna, i piercing l'atmosfera claustrofobica dei videoclip di "Firestarter" e "Smack my bitch up", che Mtv mandava a ripetizione, terrorizzando e insieme ipnotizzando una generazione intera di ragazzi che scoprivano un lato del tutto inedito del punk. Questo erano i Prodigy: una commistione micidiale di elettronica e rock, una valanga d'energia pronta a spazzare via tutto, una catarsi che spingeva i giovani a sprofondare in una realtà da incubo per risalire la china con la violenza e la spinta di un ritmo forsennato.


Luke e Keith, proprio come l'acqua santa e il diavolo. Eppure, a ripensarci oggi, non c'era binomio migliore per sintetizzare quei folli, maledetti e rimpianti Anni '90.


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Il Gazzettino