Il viaggio di Luca Carboni nello Sputnik tra ritmi e riflessioni sulla quotidianità

il concerto di Luca Carboni a Mestre
MESTRE- «Il futuro è stasera». La pensa così Luca Carboni lanciando, di fatto, un preciso segnale di entusiasmo e di speranza al suo pubblico che ha...

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MESTRE- «Il futuro è stasera». La pensa così Luca Carboni lanciando, di fatto, un preciso segnale di entusiasmo e di speranza al suo pubblico che ha esaurito ogni angolo del teatro Corso. In un primo momento il cantautore bolognese aveva pensato ad un palco corredato da immagini del suo passato, ma la scelta finale si è invece spostata su una scenografia spaziale, con ripetuti giochi grafici ed un’illuminazione complessiva che ha dato un’ulteriore spinta al suo vasto repertorio.

Se da una parte la sua è musica frenetica e travolgente, dall’altro i testi, come lui stesso ha precisato, non solo offrono ripetute riflessioni, ma fanno emergere anche dubbi e interrogativi. Dai rapporti di coppia, all’amicizia.
L’ultimo disco “Sputnik” e lo stesso tour si basano su una miscela di suoni e di ritmiche senza quasi momenti di respiro in una scaletta che supera le due ore. Ci sono i brani da poco incisi come “Io non voglio”, l’azzeccato “Amore digitale” e “I film d’amore” ai quali poi vengono affiancati, senza far notare il passaggio delle stagioni, i classici da “Mare mare” a “Ci vuole un fisico bestiale”. E qui spuntano le novità, se si pensa che “Farfallina” viene riproposta in un set acustico con la chitarra che intreccia sorprendenti elementi folk. Ma anche l’avvio della performance, a ben vedere, ha avuto rimandi all’era elettronica-new wave (con immagini dell’immancabile Bologna e del muro di Berlino).
In questo itinerario il cantautore bolognese non si ferma ad un’atmosfera di festa.

Anzi, nel raccontare i momenti più difficili, da sempre fonte di ispirazione, ricorda con un filo di voce quando chiuse la produzione di un disco proprio nell’11 settembre del 2001 caratterizzato dalla tragedia delle Torri gemelle. L’essenza di Carboni è questa: da una parte la sua musica che prosegue spedita negli anni, dall’altra un autore sempre immerso nei tormenti della quotidianità. Il pubblico sembra adorare questa proposta al punto da mollare le poltrone del teatro per tributare, sotto il palco durante i bis, il successo del cantante e della sua interessante band. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino