Le Iene, il dramma di Sergio: lo Stato gli deve 4 milioni ma vuole confiscargli la casa

Le Iene, il dramma di Sergio: lo Stato gli deve 4 milioni ma vuole confiscargli la casa
La sua storia era stata già raccontata da altre trasmissioni televisive, tra cui Mattino Cinque. Nella puntata di ieri sera de Le Iene, si è tornati a parlare di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La sua storia era stata già raccontata da altre trasmissioni televisive, tra cui Mattino Cinque. Nella puntata di ieri sera de Le Iene, si è tornati a parlare di Sergio Bramini, 70 anni, imprenditore di Monza che ha dovuto dichiarare fallimento e adesso ha perso sia il lavoro che la casa. Una storia incredibile, considerando che Bramini vanta un credito con lo Stato addirittura di 4 milioni di euro, che però non è bastato ad evitargli la messa all’asta della sua abitazione e l’ordine di sfratto.


La sua azienda si occupava di smaltimento rifiuti. «Ho dovuto accendere due mutui per pagare i dipendenti: lo Stato non mi pagava ma io non potevo interrompere il servizio perché era un servizio pubblco». La rabbia di Sergio è contro il curatore fallimentare, che avrebbe svenduto il patrimonio dell’azienda: crediti per oltre 3 milioni di euro sono stati incassati solo per un decimo, con alcune attrezzature svendute a cifre molto minori del loro valore.

IL SERVIZIO DELLE IENE (VIDEO)

«Il curatore è responsabile delle sofferenze che io e la mia famiglia abbiamo avuto negli ultimi cinque anni», accusa Bramini. Il curatore Giancaspero, contattato dall’inviato delle Iene, si rifiuta di rispondere, facendo scena muta davanti alle telecamere e limitandosi a dire che «c’è un giudice che se ne sta occupando». Idem il giudice, che si ritiene non obbligato a rispondere.

Così arriva il 26 febbraio, il giorno dello sfratto. Bramini, prima dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario, dice di voler denunciare il giudice per alcuni atti illegali: un’ultima speranza, «ma dopo tutto ciò che è successo faccio fatica ad essere ottimista». Il citofono suona, due ufficiali giudiziari gli comunicano un rinvio al 16 aprile: e il 70enne scoppia a piangere disperato, perché sa che non è finita. «Non mi molleranno, sono dei vigliacchi: ci buttano fuori tutti. Ho lavorato una vita per sentirmi trattato come un delinquente». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino