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Mentre il sipario del Music Station di Madrid si abbassa, lei si infila sotto la tenda. Laura Pausini vuole continuare a sentire gli applausi. Sono la cosa che le è mancata di più in questi cinque anni di lontananza dai palchi: «Mi riempiono il cuore e mi fanno sentire ancora forte, dopo un periodo in cui ho messo in discussione tutto», racconta. Ha voluto farne indigestione, per celebrare il ritorno e dare il via ai festeggiamenti legati al trentennale di carriera. Con tre concerti in ventiquattro ore, sfidando anche il fuso orario, uno a New York, uno a Madrid e uno a Milano, tra domenica e ieri la 48enne cantante romagnola ha ripercorso a ritroso la strada che l'ha portata a conquistare il mondo: «Negli ultimi due anni non ho fatto altro che piangere. Dopo il Golden Globe vinto nel 2021 con Io sì (Seen) pensavo fosse finito tutto. Menomale che non ho preso l'Oscar: "Cosa c'è dopo?", mi domandavo. Vinse H.E.R. e io sorrisi. Diane Warren (autrice delle hit di Celine Dion, degli Aerosmith e di Cher, che aveva co-firmato il brano, ndr) mi diede una gomitata e mi sussurrò: "Non c'è niente da ridere". Non poteva capire. Questa maratona è un regalo che ho voluto fare a me stessa».
IL LOGO
Un buon inizio, per citare il titolo della nuova canzone, in uscita venerdì 10 marzo, anticipazione del primo album dal 2018 (mai una pausa così lunga). Ma senza dimenticare quello che c'è stato. Non è un caso che a New York, Madrid e Milano Laura Pausini abbia deciso di indossare una giacca blu uguale a quella che indossò all'Ariston proprio nella notte magica tra il 27 e il 28 febbraio del 1993, quando trionfò tra i giovani con La solitudine. Sulla nuova c'è il logo scelto per le iniziative legate al trentennale, tra il singolo - scritto da Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, l'autore più gettonato del momento - l'album e i concerti: «Le mie iniziali formano una clessidra.
LE SCALETTE
Nelle tre città ha proposto tre scalette diverse, una per decennio. Cominciò tutto con La solitudine, Strani amori, Tra te e il mare. I Duemila furono gli anni di Resta in ascolto (ci vinse un Grammy), Io canto, Invece no. Poi Lato destro del cuore, Io sì, Scatola. Un'anticipazione dell'anticipazione: il 30 giugno l'1 luglio e il 2 luglio in Piazza San Marco a Venezia e il 21 e 22 luglio nella Plaza de Espana di Siviglia, la cantante offrirà un'anteprima del tour mondiale. Il futuro è da scrivere: «Sanremo? In gara no: è il posto in cui ho cantato peggio nella mia vita. E poi mi manca il coraggio. Conduttrice dopo Amadeus? Nemmeno. Non saprei scegliere le canzoni: porterei i miei amici». I discografici aspettano l'album. Arriverà a ottobre, promette lei: «Continuo ad essere una sognatrice. Ora mi è tornata la stessa curiosità che avevo a 18 anni a Sanremo. Sono o non sono la cantante più pazza del mondo?», sorride.
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Il Gazzettino