Laura Morante "pasionaria" del cinema nel nuovo film di Emanuela Piovano

Laura Morante in una scena del film di Emanuela Piovano
Laura Morante e sua figlia Eugenia Costantini nuovamente insieme in un bel film della regista Emanuela Piovano: “L’età d’oro”, nelle sale dal 7...

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Laura Morante e sua figlia Eugenia Costantini nuovamente insieme in un bel film della regista Emanuela Piovano: “L’età d’oro”, nelle sale dal 7 aprile con Bolero Film: ecco una clip esclusiva per gli utenti del messaggero.it.

Del cast fanno parte anche Dil Gabriele Dell’Aiera, Giulio Scarpati, Pietro De Silva, Gigio Alberti, Giselda Volodi, Stefano Fresi e hanno offerto l’amichevole partecipazione il critico Adriano Aprà e l’attrice Coppa Volpi Elena Cotta.
Omaggio al cinema e al coraggio di chi lo difende: Laura Morante interpreta Arabella, una pasionaria della Settima Arte che lotta per tenere in piedi un’arena cinematografica da lei restaurata e consacrata ai film che la donna più ama. E’ una  passione totalizzante, quella di Arabella, mal vissuta dal figlio (Dil Gabriele Dell’Aiera), diverso da lei in tutto.  Il film è stato prevalentemente girato nella città pugliese di Monopoli ed è
è liberamente tratto dall’omonimo libro di Francesca Romana Massaro e Silvana Silvestri, anche sceneggiatrici insieme alla stessa Piovano e Gualtiero Rosella. La fotografia è di Marc Van Put, lo scenografo è Sergio Cosulich, i costumi sono di Lia Morandini.
La regista. Emanuela Piovano (“Le rose blu”, “L’Aria in testa”, “Le Complici”,  “Amorfù”, “Le stelle inquiete”)  si è ispirata alla figura di Annabella Miscuglio, filmaker e personaggio di riferimento della cultura libertaria degli anni ’70, autrice tra l’altro del documentario sulla prostituzione “A.A.A. offresi” che nel 1982, trasmesso dalla Rai, fece scandalo e procurò a Miscuglio una condanna per sfruttamento della prostituzione.

“Ho conosciuto personalmente Annabella Miscuglio, ho vissuto con lei e suo figlio Piero, sono stata vicino con venti anni di meno a quello che tuttora mi sembra uno di quei risvolti oscuri della Storia”, spiega Piovano. “Mi identifico in loro quel tanto che basta a sentire il bisogno di ricostruzione, di ricordo, giusto per ricordare innanzitutto a me stessa che anche quello è stato un germe di quello che siamo diventati o che diventeremo”.   Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino