Joe Amoruso è morto: addio al pianista del supergruppo di Pino Daniele

Se n'è andato ieri notte, non per colpa del maledetto Covid-19, ma per complicazioni. Era ricoverato per questo all'Ospedale del Mare di Napoli Joe Amoruso, 60...

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Se n'è andato ieri notte, non per colpa del maledetto Covid-19, ma per complicazioni. Era ricoverato per questo all'Ospedale del Mare di Napoli Joe Amoruso, 60 anni, pianista, tastierista, compositore, colonna dello storico supergruppo di Pino Daniele, sempre più falcidiato. Proprio Tullio De Piscopo, James Senese,Tony Esposito sono stati stamani tra i primi ad essere informati della morte del musicista dal fratello Arturo, che lo ha assistito, con la madre e la sorella in questi due anni, da quando era stato colpito da un'emorragia cerebrale.


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Era sabato 9 dicembre del 2017 quando Joe si era sentito male, piano piano le sue condizioni erano migliorate, era tornato lucido, ma fiaccato nel corpo e nello spirito. Tanta riabilitazione, ma la lungodegenza ha provocato non poche complicazioni, anche polmonari, fino a quando un arresto cardiaco non ha posto fine alla sua vita. Aveva 60 anni, compiuti il 12 gennaio. Pino Daniele se n'è andato il 4 gennaio del 2015, il 29 aprile 2017 è toccato a Rino Zurzolo.

Originario di Boscotrecase ma residente con la famiglia a Boscoreale, si stava esibendo come ospite d’onore al Francigena Wine Festival, nell’auditorium di Lesina, in provincia di Foggia quando snel 2017 si era sentito male, costretto ad interrompere l’omaggio al Nero a Metà che stava per iniziare. Grande fumatore, Joe si portava addosso una febbre da qualche tempo. Prima del concerto in Puglia aveva confidato alla madre di non sentirsi in forma e di non vedere l’ora di tornare a casa. Salito sul palco, un forte sbalzo pressorio aveva determinato l’emorragia cerebrale.

Come gli amici del supergruppo, Amoruso dalla scomparsa di Pino Daniele il 4 gennaio 2015, si esibiva spesso in amarcord dell’amico che ha accompagnato in lp storici come «Vai mo’» (1982), «Bella ‘mbriana» (‘82) e «Musicante» (‘84). Come James Senese, Tullio De Piscopo, Tony Esposito e Rino Zurzolo, dopo lo scioglimento del supergruppo verace, ha ritrovato Pino nell’operazione «Ricomincio da 30» del 2008, per non lasciarlo più, fino alla sua scomparsa, grazie ai concertoni natalizi al Palapartenope. Nel frattempo, però, aveva inciso un album solista, «Rosa del mare di mezzo», e collaborato come autore, arrangiatore, produttore, turnista con Roberto De Simone, Roberto Murolo, Consiglia Licciardi, Andrea Bocelli, la Premiata Forneria Marconi, Zucchero Fornaciari e Vasco Rossi. Con James, Tullio De Piscopo e Tony Esposito si era ritrovato nella chiesa degli Artisti l’1 2017, per dire addio a Rino Zurzolo, il contrabbassista di quel dream team verace, tutti musicisti straordinari tecnicamente, ma, soprattutto, dotati di un sound inimitabile, capace di unire le radici partenopee alle ali spuntategli grazie alla passione per le musiche del mondo.

Ieri notte il suo cuore si è fermato. Tullio, James, Toni e tutti gli orfani del neapolitan power lo piangono come chi ha perso un fratello, oltre che un grande musicista. Come i parenti, come tutti i suoi fan ed estimatori, per ora non avranno nemmeno un funerale per dirgli addio. Non è morto di coronavirus, ma i tempi del Covid-19 impongono le stesse tristi regole per tutti.

   
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Il Gazzettino