Iva Zanicchi: «Tra un anno smetto di lavorare. Sostengo la Meloni perché donna. E se comandasse in Rai il sabato sera sarebbe il mio»

Iva Zanicchi: «Tra un anno smetto di lavorare. Sostengo la Meloni perché donna. E se comandasse in Rai il sabato sera sarebbe il mio»
Tra un anno, annuncia Iva Zanicchi alla Stampa, smetto di lavorare. Ma fino ad allora sarà tra la gente in piazza, in televisione con "Io canto family" su Canale...

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Tra un anno, annuncia Iva Zanicchi alla Stampa, smetto di lavorare. Ma fino ad allora sarà tra la gente in piazza, in televisione con "Io canto family" su Canale 5 e poi «ho un’idea per una prima serata musicale». L'Aquila di Ligonchio, come viene chiamata da anni per "colpa" di un dirigente Rai anche se poi fu Mike Bongiorno a divulgarlo alla radio, è ancora oggi la donna che ha vinto più Festival di Sanremo. «Sì,tre, mi tallonano Anna Oxa e Gigliola Cinquetti. Speriamo non vadano più al Festival». E del Festival ne parla a Torino, per l’evento Le dive al Festival di Sanremo.

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Sanremo

Tra le dive c'era Mina, la tigre di Cremona («Io l’ho sempre ammirata»), c'era Milva, la pantera di Goro («La cantante preferita di mia mamma»). A ognuna il proprio soprannome. Poi c’era Patty Pravo («Abbiamo avuto in comune solo un parrucchiere a Roma»), la civetta di Venezia e prima ancora Orietta Berti, l’usignolo di Cavriago: «Con lei torniamo in Emilia, siamo molto vicine e abbiamo iniziato insieme al Disco d’oro del 1961. C’era pure Gianni Morandi». E parlando di Sanremo. Si parla anche di Amadeus: «Ha fatto un miracolo. Nelle case dei ragazzi, compresa mia nipote ventenne, si formano gruppi di ascolto. Ai giovani dico che vanno bene il rap e il rock, ma non dimentichiamo la nostra melodia. Diodato è un esempio positivo».

Ma Iva fa altri nomi di cantanti che le piacciono: «Lazza, J-Ax e vorrei Annalisa come nipote: è raffinata anche col reggicalze e ha un’intonazione perfetta. Quando si stancherà di cantare canzoni commerciali avrà una grande fortuna, perché queste non rimarranno mentre quelle melodiche sì».

Il patriarcato

E a proposito di giovani: «Io sto sempre dalla parte dei giovani, ma predico educazione e rispetto». Il patriarcato? Iva ricorda solo il matriarcato: «Da noi in casa comandava la rezdora col mattarello e guai se l’uomo al ritorno dai campi la contraddiceva». I femminicidi? A La Stampa Iva Zanicchi parla chiaro: «Bisogna recuperare il ruolo educativo della famiglia, e anche un po’ di educazione e galanteria. Il maschio di oggi non è più tale. Alla prima difficoltà risulta debole e vigliacco. Anche noi donne abbiamo le nostre colpe, perché abbiamo spaventato gli uomini. I ruoli andrebbero ridiscussi e riequilibrati».

La Meloni

Non dice per chi vota, ma «oggi credo in Meloni. E poi vorrei sostenere una donna. Se fosse vero che lei comanda la Rai allora io dovrei fare il sabato sera». Il ricordo di Berlusconi in lei è ancora vivo: «Non sono mai stata una sua donna, né lui me l’ha mai chiesto, ma ci volevamo molto bene. Era generosissimo. L’ho seguito in politica, anche se lui non voleva. Non è riuscito a fare quello che si prefiggeva anche perché lo hanno massacrato e pure lui ci ha messo del suo sulle donne, ma se Forza Italia regge in memoria sua qualcosa vorrà dire». Oggi tocca a Pier Silvio? «Finora è stato in ombra e ha dovuto lottare il triplo,ma si inizia a vedere che Mediaset va bene grazie a lui. E non vedo tanti “figli di” capaci come lui in giro».

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Il Gazzettino