L'oro non purissimo (mancherebbero circa 5 grammi per ogni kg), lo stesso fornitore (Banca Etruria) da anni e la rivendita alla Zecca dello Stato che li ha coniati...
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Tutto è partito dalla denuncia della concorrente di una trasmissione Rai che aveva ottenuto una vincita, ovviamente in gettoni d'oro dal momento che sono vietati i premi in denaro. La Zecca dello Stato, è risaputo, fornisce all'azienda radiotelevisiva pubblica i gettoni d'oro, comprando il minerale prezioso direttamente dallo stesso fornitore, anche dopo l'introduzione di una gara pubblica: Banca Etruria.
Per tramutare la vincita in denaro, però, denuncia Report, occorre superare due passaggi che ne decimano l'effettivo valore. Alla cifra ottenuta, infatti, vengono detratte le tasse, l’Iva, il costo del conio e la perdita fisiologica della fusione. Se poi si vuole cambiare i gettoni d'oro in moneta corrente, è possibile farlo sempre alla Zecca dello Stato. Anche in questo caso, però, vengono detratti la perdita fisiologica e il costo della fusione. Inoltre, sottolineano ancora Sigfrido Ranucci e Milena Gabanelli, chi vince premi non vede mai i gettoni d'oro: viene spontaneo chiedersi se essi siano stati effettivamente coniati e poi fusi. L'inchiesta ha portato il Poligrafico dello Stato ad aprire un'indagine interna e contemporaneamente presentare un esposto alla Magistratura. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino