Due musicisti insieme “su un ring” per far rivivere la leggenda di Muhammad Alì. Remo Anzovino e Roy Paci, firmano per la prima volta a quattro mani,...
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L’album è stato composto «non guardando alcuna immagine del film», racconta Remo Anzovino, «ma seguendo l’emozione del racconto che man mano mi faceva la regista». Pezzi che viaggiano indietro nel tempo, al decennio che va dal 1964 al 1974. Quello in cui si mescolano generi musicali e ritmi. «Il risultato è una composizione autonoma che ha vita anche in assenza delle immagini cinematografiche», dice Roy Paci anche produttore artistico del lavoro. «Ho ripreso sonorità che sono libere da schemi e che ho sempre masticato». Dal groove di "Take Another Jab", a "I’m not Leaving" (con scale discendenti e ascendenti a simboleggiare la metafora della vita) per la scena finale del funerale, al duetto Anzovino Paci di "Let It Rain", a "Cassius X" funky in 7/8. Nella band anche Mylious Johnson (nipote di Sugar Ray Robinson campione di Alì, e «che picchia la batteria come lo zio su un ring»). Dall'album, forse il live. «Stiamo pensando a un Tribute to Muhammad Ali dal vivo. Questo lavoro lo merita». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino