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Dopo quarantanni di Rai, Fabio Fazio ricomincia dalla Nove. Un nuovo inizio, che racconta al Corriere della Sera, che lo riporta al suo inizio di carriera: «Imitatore a Pronto Raffaella: 10 ottobre 1983. Non avevo ancora compiuto 19 anni, l’età di mio figlio adesso».
Con molta onestà «non pensavo che mi avrebbero chiamato. Facevo l’ultimo anno di liceo. Sarebbe come se adesso mi chiamassero per fare il corazziere al Quirinale». Esordio con Raffaella Carrà. Niente male. «Me la trovai davanti in ascensore, mi salutò con un cenno del capo. Stavo salendo dagli autori, che erano Magalli e Boncompagni, e non sapevo se mi aveva riconosciuto o se dovevo presentarmi come il nuovo ragazzo delle imitazioni. Pensai con stupore che Raffaella era a colori. L’avevo sempre vista in bianco e nero».
L'arrivo a Discovery
Dai ricordi del passato al presente lontano dalla Rai: «Non me ne sono andato di nascosto.
«Non sono mai stato difeso»
Al Corriere della Sera Fabio Fazio ricorda i 124 attacchi ricevuti da Matteo Salvini («poi non li ho più contati...»), ricorda di essere un uomo libero. «La libertà è una sorta di solitudine. Non vivo a Roma ma a Milano, con la mia famiglia. Non frequento quasi nessuno. Se avessi avuto qualcuno dietro, i miei anni sarebbero stati diversi, sarei ancora su Rai1 dove ero arrivato nel 2017». E sia chiaro che «se fossi organico al Pd o a chiunque altro sicuramente sarei ancora in Rai. Non sono mai stato difeso, con buona pace degli illustri colleghi secondo cui ero tornato su Rai3 grazie al Pd. Non ho mai avuto nessun tipo di aiuto, e non mi sognerei di chiederlo».
Alla domanda di quanto guadagna ora Fabio Fazio si nasconde sostanzialmente dietro a un comment: «Sono fatti miei. Mi hanno sempre chiesto quanto guadagnavo in Rai; non mi hanno mai chiesto quanto ho fatto guadagnare alla Rai. “Che tempo che fa” portava alla media di Rai3 oltre un punto di share. E un punto di share vale alcuni milioni di euro. Per 20 anni».
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