Craig Taborn incanta l'auditorium dell'isola di San Servolo

Craig Taborn incanta l'auditorium dell'isola di San Servolo
VENEZIA - Quella scritta da Craig Taborn è una pagina originale della musica di matrice neroamericana. L’altra sera,...

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VENEZIA - Quella scritta da Craig Taborn è una pagina originale della musica di matrice neroamericana.


L’altra sera, nell’isola di San Servolo, il pianista statunitense ha infatti messo a fuoco un nuovo approccio al piano solo e l’affollato auditorium ha così potuto assistere ad un particolare intreccio di stili e di sfumature. Se nella formula del trio il pianista comunque garantisce una sorta di dialogo, anche se a livelli diversi, quando si concentra nella performance solitaria le invenzioni sono continue e senza alcun filtro. E quella che emerge è musica in costante divenire che parte da un determinato approdo ed arriva poi in zone completamente diverse. Nel caso del concerto di San Servolo, ad esempio, Taborn ha proposto percorsi contemplativi che in un primo momento traevano lo spunto da semplici fraseggi, ma che poi nel corso dell’esecuzione prendevano le sembianze della forma-canzone o più chiaramente quelle di un brano jazz.

Questo singolare progetto ha entusiasmato il pubblico, proprio per il suo carattere originale e imprevedibile, mentre meno convincenti sono sembrate alcune ripetizioni di accordi sulle quali si è un po’ persa la magia iniziale.

In ogni caso il pianismo di Taborn si colloca in una sorta di territorio libero, dove l’approccio intimista di alcune intuizioni è destinato a lasciare il segno. «I miei concerti cambiamo ogni sera anche perchè molto dipende dal tipo di acustica che c’è in sala - aveva spiegato Tabor poco prima del concerto - Le innovazioni nel jazz nascono sempre dalle intuizioni dei pianisti. Penso che lo stesso Charlie Parker sia arrivato ad imporsi sulle scena mondiale grazie soprattutto al lavoro che era stato fatto in precedenza da un grande pianista come Art Tatum».

E proprio sul ruolo svolto dal pianoforte, nel pomeriggio si era tenuto un incontro specifico con il professor Veniero Rizzardi dell’università di Ca’Foscari. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino