«E adesso, uno spogliarello». Così, ieri notte, l’Italia costretta in casa dall’emergenza sanitaria ha riscoperto uno dei pezzi più storici,...
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Quelli che alle due lontanissime Italie - la gaudente del 1987 e la reclusa del 2020 - spiegavano esattamente, fin dai primi fotogrammi della sigla iniziale, dove intendessero andare a parare: belle ragazze in pose sexy, a cavalcioni su un sassofono, in topless su lenzuola di seta, nude abbracciate a un peluche (le fantasie erano molto anni Ottanta) con capelli vaporosi, poco trucco, lingerie di pizzo e un’estrema disponibilità a lasciarsi spogliare. E non metaforicamente: un milione di fiche per la maglietta, tre milioni per il reggicalze, più di una decina per far spogliare ai due concorrenti - ieri anche la storica coppia della prima puntata: il dj Beppe e l’accompagnatrice turistica “con una marcia in più” Tiziana - la mascherina, la bandierina, la stella d’Europa, la ragazza cin cin insomma (i nomi delle ragazze cambiavano ogni anno) che al suono di uno stacchetto sexy si liberavano, più o meno sensualmente, dei propri indumenti.
Un tripudio di seni in libertà, di inquadrature ravvicinatissime su cosce e glutei, di allusioni piccanti che oggi leverebbero il fiato a qualsiasi paladino della morale: già mostrare i capezzoli in tv sarebbe impensabile, figuriamoci inventarsi un gioco per cui azzeccando il capezzolo “giusto” (quello coperto dalla stellina) si vincono fiche.
Il Gazzettino