TREVISO Michela Cescon sorride divertita, «non è che “fasso tutto mi”, sia chiaro», ma il mestiere d’attore le sta un po’ stretto...
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LA PIÈCE
Di qui allora la decisione di misurarsi con una regia teatrale, partendo da una nuova scommessa produttiva, il Teatro di Dioniso: «Quando Valter Malosti ha lasciato la compagnia, sono andata a dare una mano: si tratta di una compagnia con una grande storia. Così, oltre a produrre, ho pensato ci volesse uno spettacolo importante per rilanciare il Teatro di Dioniso. Con un testo che parlasse la mia lingua». Ecco allora Moravia, per Cescon una folgorazione: «Un grande autore che il teatro ha un po’ dimenticato. I teatranti hanno molti preconcetti su Moravia, pensano sia datato, noioso accademico e invece non lo è. Ristudiandolo, ho scoperto che è anche un grande dialoghista. Ammetto, un’idea pazzerella. Ma ci ho ragionato. Cercavo una cosa nuova che nessuno avesse visto, un pensiero diverso».
LA STORIA
Ed ecco il Moravia della “Donna Leopardo”, dove lo scrittore segue le vicende di due coppie che ingaggiano un corpo a corpo elegante e brutale. «I quattro protagonisti de “La donna Leopardo” (Valentina Banci, Olivia Magnani, Daniele Natali, Paolo Sassanelli, incontro con il pubblico sabato 22 febbraio alle 16 al Comunale di Treviso) per tutto il romanzo si incontrano, si scontrano, spinti dalla passione, dall’amore. Un sentimento incontrollabile che, come la vita, sfugge a ogni comprensione. Quando credi di averlo afferrato si nega, in una continua tensione tra possesso e indipendenza». È l’ultimo romanzo di Moravia, «ed è interessante - aggiunge Cescon - per questo ci infastidisce ancora: lui ci parla di cose che ci riguardano. Parla di amore coniugale, di gente sposata, e va a scardinare i meccanismi quotidiani borghesi, la nostra ordinarietà. Queste due coppie fanno un viaggio di lavoro in Gabon. L’Africa è potente, qui le relazioni appaiono più libere perchè ti dici delle cose. L’Africa li spinge in territori d’ombra inesplorati, facendoli restare nudi davanti a se stessi». E le donne «sono sorprendentemente rivoluzionarie, trasgressive, libere, romantiche, passionali. L’amore è raffigurato come la donna leopardo, libera, moderna autonoma. Come la vita che ti sfugge quando invecchi».
IL FILM
Anche lei, in fondo, un animo “felino” ce l’ha. Tanto più adesso che sta girando a Roma “Occhi Blu”, il suo primo film scritto insieme a Marco Lodoli e Heidrun Schleef. Prodotto da Tempesta e Palomar con Rai Cinema (in coproduzione con la società francese Tu vas Voir) e interpretato anche da Ivano De Matteo, Matteo Olivetti e Ludovica Skofic, “Occhi blu” sarà un curioso noir che mette al centro una inedita figura femminile, Valeria Golino appunto, che scivola tra le pieghe di una Roma metropolitana, nervosa e violenta. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino