È morta Brigid Berlin, artista e attrice per Andy Warhol, che ne fece la superdiva dei suoi primi film sperimentali e che divenne anche la sua confidente più...
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Come ha spiegato il suo amico Rob Vaczy al «New York Times», è deceduta per un arresto cardiaco causato da un'embolia polmonare. Nata a New York il 6 settembre 1939, Brigid Berlin, ribellatasi alla vita dorata della sua famiglia, con frequentazioni assidue della jet society, conobbe Wharol alla metà degli anni '60 e subito l'artista si invaghì della sua aurea anticonformista, facendola debuttare nel suo film rivoluzionario «Chelsea Girls» (1966), in cui interpretava una loquace lesbica trafficante di droga.
Warhol l'ha poi diretta nei film successivi «Tub girls» (1967), «Bike boy» (1967), «Imitation of Christ» (1967), «The nude restaurant» (1967), «****» (1967), «The loves of Ondine» (1968). Nel 1969 Berlin divenne la segretaria della Factory di Warhol a cui fu affidato il compito di registrare le sue conversazioni, le cui trascrizioni in grande quantità hanno poi fornito il materiale per il libro dell'artista «The Philosophy of Andy Warhol: From A to B & Back Again» (1975): Berlin portava il registratore ovunque si recasse.
L'attrice ha poi preso parte anche alle pellicole «School play» (1970), «Women in revolt» (1971), «Ciao Manhattan» (1972). Nel film «Il male di Andy Warhol» (1977) di Jed Johnson ha interpretato la parte di Estelle. È stata anche redattrice della rivista «Interview» di Warhol. Berlin fu tra le prime ad utilizzare la Polaroid in ambito artistico e Warhol si innamorò delle sue foto istantanee tanto da incaricarla di riprenderlo continuamente nel suo lavoro.
Nel 1969, in un'intervista, Warhol confidò che Berlin era stata la sua musa ispiratrice per molti dipinti. Lei stessa si cimentò con la pittura e il disegno negli anni della Factory. Sebbene Berlin avesse ottenuto riconoscimenti concettualista innovativa a pieno titolo, ha ripetutamente respinto il termine «artista» a lei accostato.
Era diventata nota per le sue «Tit Prints» (1966-96), serie di tele su cui aveva impresso il suo seno sgocciolato di vernice e per le esibizioni oltraggiose, su richiesta di Warhol, realizzate al telefono chiamando ignari interlocutori, inclusa sua madre.
Il Gazzettino