È lui o non è lui? L'ultima uscita di Banksy apre un intrigante squarcio sull'identità dell'artista che ha fatto del proprio anonimato un fenomeno...
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L'AUTENTICITÀ
Il riferimento è al messaggio trasmesso dal filmato: quello che appare come l'addetto alla disinfezione dei vagoni, usa in realtà lo spray per disegnare un topo nero, animale-feticcio di Banksy, il quale a sua volta tossisce e starnutisce vernice verde su un finestrino, finché altri ratti si salvano indossando un paracadute a forma di mascherina. «Se non ti proteggi, non puoi farcela», è il senso della performance, peraltro poi fatta cancellare dalla Transport of London, nell'ambito della politica anti-graffiti perseguita dall'azienda dei trasporti. Uno dei tanti cortocircuiti di cui è costellato il percorso di Un artista chiamato Banksy, per citare il titolo della rassegna ferrarese su cui è stampigliato il timbro unauthorized, visto che l'autore non riconosce alcuna esposizione delle proprie opere e sulla sua pagina web ha bollato anche questa come fake. Dissente elegantemente Folena: «Falsa? Assolutamente no, tant'è vero che su questo punto abbiamo in corso un confronto con la sua società Pest Control, a cui abbiamo scritto per contestare l'uso di un termine improprio. Buona parte del nostro lavoro è stata anzi dedicata proprio all'accertamento dell'autenticità degli esemplari esposti».
LO SPAZIO
Un centinaio fra dipinti, stampe, sculture, magliette, banconote, poster e vinili, prestati da collezionisti privati e selezionati dai curatori Stefano Antonelli, Gianluca Marziani e Acoris Andipa. A spiccare è la trentina di serigrafie originali, fra cui l'iconica bambina con il palloncino. Ma si fanno notare anche la riproduzione del murale dedicato al piccolo migrante e apparso nottetempo a Venezia, l'omaggio ai sanitari Covid con il bimbo che elegge la bambola-infermiera a supereroe, l'ironia di un poliziotto armato di mitra ma anche dotato di un paio di ali d'angelo, i tranquilli pensionati che giocano a bocce con le bombe a mano. Provocatorio, dissacrante, sfrontato: Banksy, insomma. «Un artista geniale commenta Folena ben inserito in quella tendenza creativa che, negli ultimi 10-15 anni, ha occupato uno spazio che il tradizionale pensiero della sinistra non è più in grado di mantenere. Ormai l'unico pensiero globale di segno progressista è quello di papa Francesco, sui grandi temi dell'ambiente, della giustizia sociale, dei diritti delle persone, dei migranti».
L'INTERCONNESSIONE
Tutti concetti che, non a caso, riecheggiano nella produzione di Banksy, in un'interconnessione fra le radici del pop, la cultura hip hop, il graffitismo anni Ottanta e i nuovi approcci del tempo digitale. Attività di un singolo o di un collettivo, come qualcuno sospetta? «Che sia un uomo, una donna o un gruppo risponde Folena a noi interessa poco. Ci preme molto di più ragionare sull'opera di artista che è anonimo e intende rimanere tale». A meno che quei due occhi...
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Il Gazzettino