Fino alla scorsa edizione tutti i film della Mostra del cinema erano rigorosamente vietati ai minori di diciotto anni, Walt Disney compreso. Un obbligo di fatto per le opere in...
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TRUCCHI
Un segno dei tempi, si dirà, persino comprensibile e accettabile, ma che forse toglierà in parte agli adolescenti il fascino particolare delle opere riservate agli adulti, e il gusto di poterle vedere trasgredendo il divieto. Carta d'identità del fratello più grande, atteggiamento spavaldo e sicuro, magari indossando la giacca del padre per avere un'aria più matura: tutti trucchi erano buoni per entrare al cinema a vedere un film che aveva la scritta magica e misteriosa: vietato ai minori. Si pensava che rivelassero cose segrete che solo gli adulti erano pronti a conoscere: scene di sesso, violenze inaudite, parolacce sconce, insomma riuscire ad entrare al cinema e vedere un film con divieto ai minori era in un certo senso un segno di maturità.
TRASGRESSIONE
Il fascino della trasgressione sembra così tramontare perché la nuova legge, di fatto, cancella o attenua largamente un'interdizione che prima era ministeriale. Decideranno gli stessi distributori se un'opera contiene scene ed elementi scabrosi o violenti che possano turbare la psiche dei minori: potranno autonomamente decidere di mettere il divieto ai diciotto, quattordici, oppure ai sei anni, o nessuno.
I VIETATI AI -14
Prevedibilmente i film vietati al cinema saranno davvero pochi (per ragioni economiche ovviamente) e l'effetto si vede già per il festival di quest'anno dove le opere con interdizione sono poche. La Mostra di Venezia ha quindi vietato ai minori di quattordici anni (ma dodici se accompagnati) Les tombeaux sans noms di Rithy Panh, The Mountain di Rick Alverson, Continuer di Joachim Lafosse, Suspiria di Luca Guadagnino, La quietud di Pablo Trapero, Dragged Across Concret di Craig Zahler, Dead Women Walking di Hagar Ben Asher, Nuestro tiempo di Carlos Reygadas, The Man Who Surprised Everyone di Natasha Merkulova, Domingo di Clara Barbosa, e Capri-Revolution di Mario Martone.
BEI TEMPI
Undici film in tutto, una percentuale davvero quasi risibile. Sono finiti i tempi in cui vedere Arancia meccanica di Stanley Kubrick la sua cura Ludovico e la violenza dei drughi, o la famigerata scena del burro tra Marlon Brando e Maria Schneider in Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci (film che, tra l'altro, la censura prima vietò e poi bruciò), o il cerebrale Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante di Peter Greenway, o più recentemente i due atti orgasmici di Nymphomaniac di Lars von Trier, diventava per gli adolescenti un'opera di travestimento. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino