Il regista Gitai racconta Israele fra poesia e fiction

Amos Gitai
Il regista israeliano Amos Gitai raddoppia a Venezia per raccontare la sua Gerusalemme tra poesia e fiction. E lo fa con due opere stridenti ieri al Lido entrambe fuori concorso:...

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Il regista israeliano Amos Gitai raddoppia a Venezia per raccontare la sua Gerusalemme tra poesia e fiction. E lo fa con due opere stridenti ieri al Lido entrambe fuori concorso: un film breve, A Letter To a friend in Gaza ispirato alla poesia Pensa agli altri dello scrittore palestinese Mahmoud Darwish e un film lungo A Tramway in Jerusalem.

Nel primo caso si tratta di una lettera-poesia per la pace e l'altruismo che inizia così: «Mentre prepari la colazione, pensa agli altri (non dimenticare il mangime per i piccioni); Mentre guidi l'auto, pensa agli altri (non dimenticare coloro che cercano la pace)».
Per A Tramway in Jerusalem sono di scena storie e situazioni umane a Gerusalemme, sul tram dai quartieri palestinesi di Shuafat e Beit Hanina di Gerusalemme est fino a Mount Herzl a Gerusalemme ovest. Su questo mezzo pubblico assistiamo alle diverse anime etniche e religiose di questa città costrette a confrontarsi tra diffidenze e possibili scenari di pace futuri.
«È un lavoro ironico che rappresenta quelli che potrebbero essere i rapporti nella Babilonia di Gerusalemme una volta che ci fosse meno ostilità» dice Gitai. Il Medio Oriente aggiunge: «Non finisce mai di produrre avvenimenti anche violenti, ma il cinema non deve solo far ridere, come ho visto fare a molti film israeliani, deve parlare anche della realtà, della difficoltà quotidiane. Miglior tributo di un artista è quello di essere critico verso il proprio paese. In questo momento si discute molte di questo nostro terribile governo che vede la cultura come una cosa del tutto marginale, inutile».

Comunque per Gitai non bisogna abbassare certo la guardia con l'antisemitismo: «esiste ancora - dice con forza - il mio prossimo progetto avrà proprio questo tema, ma va detto che è tutta colpa della religione. La Chiesa per secoli ha umiliati gli ebrei perseguitandoli e ora Benjamin Netanyahu stringe anche la mano alle persone sbagliate e fa sparare ai manifestanti. Questo non fa parte della nostra cultura e deve essere criticato». Nel multiculturale cast di A Tramway in Jerusalem anche Pippo Delbono che interpreta un prete cristiano.
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Il Gazzettino