Detenuti di Spoleto e Rebibbia nel film dell'iraniano Karimi. "Open the Door" presentato all'ambasciata a Teheran

Detenuti di Spoleto e Rebibbia nel film dell'iraniano Karimi. "Open the Door" presentato all'ambasciata a Teheran
È stato interamente ripreso nel carcere maschile di massima sicurezza di Spoleto e in quello femminile di Rebibbia, il film-documentario "Open the Door",...

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È stato interamente ripreso nel carcere maschile di massima sicurezza di Spoleto e in quello femminile di Rebibbia, il film-documentario "Open the Door", diretto dall'eclettico artista iraniano Shahram Karimi e prodotto da Fiamma Arditi per il Festival Senza Frontiere. Il progetto,proiettato nella residenza dell'Ambasciatore italiano a Teheran, ripercorre le vicende quotidiane, le speranze, i sogni e le fantasie dei detenuti, che diventano i protagonisti di una pellicola a metà tra il documentario e un'autobiografia collettiva.

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Filo conduttore dei due filmati, la messa in scena dell'ultima cena di Leonardo da Vinci, in cui i detenuti e le detenute ricreano le immagini vivide di Gesù Cristo e degli apostoli. Intervenuto alla cerimonia, il regista ha raccontato ai partecipanti i momenti più significativi passati con i detenuti durante le riprese del film. Come ha indicato un detenuto, ha detto il regista, il carcere può essere un luogo di crescita personale, se si riesce a dare ascolto all'umanità dentro che esiste in ognuno di noi. Nato a Shiraz nel 1957, Shahram Karimi è anche un apprezzato pittore e poeta, che, dal 1988, vive e lavora dividendosi tra Germania, Stati Uniti e Iran. In Italia ha lavorato, nel 2006, con le gallerie «Il gabbiano» di Roma e «Noire» di San Sebastiano di Torino. Ha partecipato alla fiera d'arte di Bologna nel 2007 e 2009 e, da ultimo, ha collaborato con il Festival Senza Frontiere di Roma.

 

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Il Gazzettino