Bruni Tedeschi: «Molestie e quote rosa: non ci sto»

Bruni Tedeschi: «Molestie e quote rosa: non ci sto»
La causa è giusta, ma non nel cinema. Così la regista Valeria Bruni Tedeschi a proposito del movimento #MeToo. Nessun commento su Asia Argento ("Di Asia non so...

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La causa è giusta, ma non nel cinema. Così la regista Valeria Bruni Tedeschi a proposito del movimento #MeToo. Nessun commento su Asia Argento ("Di Asia non so cosa dire"), ma una presa di distanza anche dalle quote rosa: Nell'arte sarebbero una vergogna.


Cinque anni fa, quando presentò il film Un Castello in Italia, Valeria Bruni Tedeschi era l'unica donna in concorso al festival di Cannes. Adesso è a Venezia con un'altra opera autobiografica (anche se lei preferisce parlare di autobiografia immaginaria) che si intitola Les Estivants, in italiano I Villeggianti (nelle sale dal 20 dicembre), nel cui cast si trova buona parte della sua famiglia: la stessa Bruni Tedeschi, la madre Marisa Borini, la figlioletta Oumy, la zia novantaquattrenne Gigi Borini e, fosse dipeso da Valeria, avrebbe dovuto esserci anche sua sorella, l'ex top model degli anni '90, oggi moglie di Sarkozy, Carla Bruni. Glielo chiedo sempre ma mia sorella non vuole fare l'attrice, l'ha fatto solo per Woody Allen. Tant'è, questo nuovo lavoro è a Venezia, ma non in concorso. Ed è più questa esclusione dalla selezione principale di Venezia 75 a stupirla che non la polemica sulla scarsa presenza femminile in laguna. Perché Valeria Bruni Tedeschi è decisamente controcorrente, specie se si considera che al Lido non passa giorno che non ci sia un convegno in cui si parli di donne, parità, quote. Io sono contraria alle quote rosa dice la regista sarebbe una vergogna se scegliessero un mio lavoro solo perché sono donna. Bisogna scegliere i film, non i registi.
LE QUOTE
C'è da credere che Alberto Barbera, direttore della Mostra del cinema, ne sarà felice, viste le contestazioni ricevute sull'esigua presenza di registe a Venezia 75 (1 su 21), da ultimo quelle di Jacques Audiard che ha parlato di aberrazione. Ma Valeria Bruni Tedeschi non la pensa così: Trovo che in altri settori le quote siano giuste perché obbligano con delle regole l'essere umano, che è spesso ottuso, a essere equo e a non discriminare in base al colore della pelle, all'età, al peso. A volte l'intelligenza va imposta con la pistola. Ma al cinema niente quote: Nell'arte no. Della stessa idea è Valeria Golino, che nel film I Villeggianti interpreta il ruolo della sorella, cioè Carla Bruni: Questa polemica non dovrebbe esserci, trovo però strano che non ci fossero più film di donne da selezionare. E anche sul movimento #MeToo, Valeria Bruni Tedeschi puntalizza: La causa è giusta, ma per quanto riguarda il cinema sul tema molestie la trovo un po' esagerata. Mai stata molestata sul set? Io non ho mai avuto esperienze negative, forse anche perché nella mia giovinezza ho lavorato molto con omosessuali. Comunque il movimento che è nato è molto benefico nel mondo per tanti settori in cui le donne sono abusate, maltrattate e malpagate. Ecco, quella che le donne sono pagate meno degli uomini è una disparità che c'è anche nel cinema. Nel film la protagonista Anna, cioè la stessa Bruni Tedeschi, dice di aver subito una violenza da bambina: finzione o racconto autobiografico? Non si sa mai cos'è vero nei ricordi infantili, come cambia o come viene interpretata la memoria, perciò non so rispondere.
LA FAMIGLIA

Nel film la regista ha assoldato come al solito mezza famiglia. Due novità. La prima è che nel ruolo del compagno non c'è più l'ex fidanzato Luis Garrel (che sarà al Lido domani con Un Peuple et Son Roi di Pierre Schoeller, in concorso) ma Riccardo Scamarcio (che sul set c'è rimasto solo cinque giorni e ha visto il film ieri sera per la prima volta assieme al pubblico). La seconda è che la figlia della protagonista Anna è la vera figlia di Valeria Bruni Tedeschi, la piccola Oumy dalla pelle nera adottata con Garrel. In scena ben 21 personaggi, durante un'estate al mare in una bellissima casa in Costa Azzurra. Tra famiglia e servitù vengono fuori verità, traumi, amori improvvisi, dolori, rabbia, lutti, nuovi inizi. La sfida era raccontare un microcosmo che sembra protetto ma non lo è.
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Il Gazzettino