E' un paese per vecchi. C'è un comune in Italia, San Marco dei Cavoti (Bn), dove i centenari sono in numero particolarmente elevato. Quali fattori permettono a...
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«Oltre ad indagare i livelli nel sangue di vitamina D e del polimorfismo del gene VDR di questi abitanti, il recettore nucleare che si correla alla longevità ed alla qualità di vita, è fondamentale analizzare la loro relazione con uno stile di vita ancora a misura umana, senza quei problemi di sovraffollamento che caratterizzano le grandi città ed all’impatto psicofisico positivo di una maggiore capacità di percezione di felicità, grazie alla semplicità sociale», dichiara il Presidente Stisi.
Da una parte saranno studiati gli ultranovantenni e i loro figli con più di 60 anni, dall’altra gli ultrasessantenni che da tre generazioni non annoverano novantenni in famiglia. A tutti verrà sottoposto un questionario e verrà prelevato un campione di sangue con l’obiettivo di conoscere il sottotipo di recettore nucleare per la vitamina D (VDR) oltre che misurare i livelli ematici di vitamina D.
Lo studio tende a valutare se si può modificare la risposta genetica ai meccanismi di invecchiamento, grazie all’introduzione di una dose adeguata di un antiossidante come la vitamina D, ormai considerata un ormone, potrebbe offrire una migliore qualità della vita ai pazienti che hanno a che fare con il dolore e a quella dei futuri anziani. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino