OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Da Agnieszka Holland, 75enne regista polacca, arriva un cupo, duro e sconvolgente j’accuse in opaco bianco-nero al trattamento dei migranti sul confine polacco-bielorusso (da qui il titolo “Green border”). Persi nella boscaglia e costretti costantemente a passare avanti e indietro la frontiera, come corpi indesiderati e soprattutto usati a scopo politico, i profughi (anche quelli che arrivano in aereo, per dire) diventano, oltremodo, oggetto di profonda e scioccante conflittualità interna e personale, con la popolazione e soprattutto gli attivisti pronti ad aiutare chi ha bisogno, mentre il Potere dello Stato e le Forze di polizia si comportano spesso come veri aguzzini. Non privo di momenti altamente drammatici (si pensi al bambino che annega) e capace di parlare al cuore dello spettatore, il film paga soltanto qualche eccesso, compresa la durata, ma regge l’impegno morale che si è dato. Dato il tema e il modo in cui è stato trattato, non sorprenderebbe un premio importante, perfino il Leone d’oro: le Giurie hanno spesso la lacrima facile, anche se qui giustificata. Voto: 7.
Infine arriva, Fuori Concorso, l’esilarante, geniale commedia di Richard Linklater “Hit Man”. Tratta da un articolo di giornale di una ventina d’anni fa, racconta, con la giusta aggiunta romanzata, l’incredibile vita di Gary Johnson, professore di filosofia e agente in segreto della polizia, pronto a fingersi sicario da assoldare, con lo scopo di cogliere in flagrante i colpevoli. Ma come spesso accade e come ha insegnato proprio l’altro giorno Woody Allen, il caso vuole che Gary si innamori di una cliente, dopo averla dissuasa dall’omicidio. In una rocambolesca sequenza di avvenimenti, i fatti ribaltano costantemente la situazione. Scritto in modo esemplare (molti in Italia dovrebbero servirsene da lezione), recitato brillantemente da Glen Powell (anche sceneggiatore assieme al regista), da Adria Arjona, il film è spassosissimo e intelligente. E la scena del “doppio inganno” per voci e cellulare è già cult. Voto: 8.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino