Il Trieste Science+Fiction Festival entra nel vivo. Due film, due terre di nessuno, dove i morti e i vivi devono combattere per capire il loro ruolo. ...
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KATI KATI di Mbithi Masya – Kaleche, una giovane donna keniota, si sveglia in mezzo al deserto, nei pressi di un piccolo villaggio chiamato Kati Kati. Qui incontra altre persone, ma quando comprende di essere morta (è la prima battuta del film, non è uno spoiler) cerca di fuggire. Non riuscendoci, sarà costretta a comprendere finalmente quale sia l’origine e la funzione di quel posto. Un film piccolo piccolo, dalla durata di soli 75’, tra complessi di colpa, vendette e liberazioni. Non sempre è tutto approfondito, ma il film riesce a trasmettere una sensazione di inquietudine, mistero e fascino. Mbithi Masya al suo esordio non dispiace. Voto: 6,5.
COLD SKIN di Xavier Gens – Su un’isola spettrale dove si erge un solo faro arriva un nuovo ufficiale meteo. Dovrebbe dare il cambio al collega, che però non si trova. Al suo posto un burbero, farneticante guardiano del faro, dice che l’isola è infestata dal tifo. Ma in realtà l’invasione è un’altra. Il francese Xavier Gens, ormai presenza abitudinaria del festival, costruisce una specie di kammerspiel a cielo aperto, dove i due personaggi, ai quali si aggiunge presto una presenza femminile di un’umanità anfibia, entrano in lotta contro invasori notturni, spietati e numerosi. Tra evoluzionismo darwiniano e colonialismo cieco, una crudele, angosciante e orrorifica battaglia tra il Bene e il Male, non priva di suggestioni, ma anche molto schematica e ripetitiva. Attori convincenti. Voto: 6,5.
SCIENCE FICTION VOLUME ONE: THE OSIRIS CHILD di Shane Abbess – Per salvare la propria figlia su un pianeta che il potere centrale vuole far esplodere, un disertore si unisce a un evaso nel tentativo disperato di evitare la strage. Shane Abbess, dopo il celebre Infini, esplora con ritmo forsennato e adrenalinico un’avventura drammatica, che se avvince visivamente, risulta alquanto fragile narrativamente, anche perché i pochi personaggi spariscono sempre troppo velocemente. Tra fantascienza classica e modulazioni horror, sulla trasformazione genetica degli umani in esseri mostruosi, finisce puntuale per la seconda puntata. Voto: 6. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino