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Calato il sipario sulle ultime sfilate parigine, i conti li faremo nel 2022 - che si avvicina pieno di incognite - quando spunterà il primo sole di primavera. La moda comunque non può attendere e le proposte per il guardaroba destinato alla primavera-estate ‘22 sono diventate già qualcosa di concreto. Prima a Milano e in questi ultimi giorni a Parigi, le grandi griffes si sono alternate nei luoghi più impensati per presentare le nuove donne dell’estate, immaginate secondo i pronostici che gli stilisti sono chiamati a trasformare in realtà con le collezioni che raccontano un modus , una tendenza generale ma anche l’interpretazione che singolarmente i guru della moda si consentono creando un particolare tipo di donna che risponda al loro immaginario. Va detto subito che il prossimo anno sembrerebbe voler bocciare i pantaloni lunghi in favore dei pantaloncini, i panta-shorts che accompagnano quasi tutte le proposte di nuovi tailleurs, o di comp0leti caratterizzati dal muovo look imposto, il cross top, ovvero la giacca, o la blusa, o il pulloverino, tagliati sotto al seno per lasciare nudo in “vetrina” sexy, addome e giù fino all’ombelico che torna a dominare in quasi tutte le interpretazioni. Può essere anche un tailleur importante da giorno, da cocktail, da sera - sempre con panta-shorts che lasciano libere le gambe (è diventato un dovere!) , ma quasi sempre chi vorrà essere à la page dovrà accettare di tagliare spietatamente la giacca sotto il seno per liberare quella fetta di pelle come sfida totale all’eventuale brezza o a un venticello malandrino per il quale antiche leggi del buon vivere suggerivano “protezione”. Ma la moda non ha mai tenuto conto della comodità o delle opportunità salutistiche e quindi avanti con il cross top che riporta alla cronaca della seduzione, il punto Z del corpo femminile ( che per prima aveva azzardato esporre maliziosamente l’indimenticabile Raffaella Carrà con il “peccaminoso” Tuka-tuka).
Il resto è una certa uniformità ma bisogna anche rilevare una tendenza a rispettare le esigenze di sostenibilità che vengono sempre più sollecitate ai produttori di moda.
Tra le decorazioni evocate abbiamo visto vari accenni alla gorgera, quel collo di organza plissè , bianco, che costituiva una parte imprescindibile dell’abbigliamento femminile per la moda dell’Impero di Spagna nel XVI° secolo. Molte le interpretazioni su quella specie di “divisorio” tra testa e collo. Si diceva che fosse un segno imposto dalla morale corrente della cattolicissima Spagna per indicare una divisone netta da considerare tra pensiero e ...anima. Una considerazione confermata - racconta la storia del costume - dalla regina d’Inghilterra, Elsabetta I^, che, quando decise la separazione (anche religiosa) dalla Spagna , tagliò quella gorgera del suo abito e si presentò con una nuova gorgera scollata a punta, aperta, non più barriera.
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Il Gazzettino