Torino 38/8. Cos'è l'orrore?: Suoni, colori e paesaggi nel cuore distorto del genere

Torino 38/8. Cos'è l'orrore?: Suoni, colori e paesaggi nel cuore distorto del genere
Il Torino Film Festival si chiude con due opere radicali (che un tempo sarebbero appartenute a "Onde", angolo alternativo del festival sciaguratamente cancellato),...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il Torino Film Festival si chiude con due opere radicali (che un tempo sarebbero appartenute a "Onde", angolo alternativo del festival sciaguratamente cancellato), all’interno della neonata sezione Le stanze di Rol, già distintasi all’interno della nuova configurazione.

EL ELEMENTO ENIGMÁTICO di Alejando Fadel (Le stanze di Rol) – Tre astronauti (o motociclisti?) si aggirano e camminano sui nevai tra infiniti paesaggi montati invernali. Una specie di road movie a piedi, dove i corpi si insinuano nel paesaggio, che in breve tempo (il film dura 40’) compie un’astrazione sintomatica della realtà. Siamo dalla parte di echi da “2001 – Odissea nello spazio”, dal momento in cui l’astronave supera Giove e si proietta in quell’universo di luci e suoni (qui l’eccellente tappeto musicale è di Jorge Crowe). Un lavoro ipnotico, che cattura l’occhio facendolo penetrare in mondi sconvolti dallo sguardo e dalla rottura simmetrica di ogni immagine. Voto: 8.

THE PHILOSOPHY OF HORROR di Péter Lichter, Bori Máté – Adattamento del libro del 1990 di Noël Carroll, che proponeva una lettura radicale del genere, il film si addentra nelle immagini di note pellicole, trasformandole, attraverso la cadenza di una sinfonia, che si apre con echi hermanniani, in una decomposizione, mutilazione, scomposizione di fotogrammi celebri, diventati sempre più astratti e inafferrabili, cerando la lettura di un codice rivelatore, che sappia inoltrarsi nel magma di colori, suoni e disegni, dando origine al senso dell’”orrore”, in quanto percezione e mistero dei nostri sensi. Voto: 7.

 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino