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Qualche momento di sole la pandemia ce lo concede, per esempio - nel caso delle sfilate di moda - con l’opportunità di scegliere luoghi inediti, quasi sconosciuti, dove l’asssenza obbligata di pubblico consente di realizzare veri e propri film che hanno come protagonista - con la moda presentata - anche la nostra storia, l’architettura, l’arte. Si può sfilare ovunque con finalità in streaming, in luoghi mai immaginati prima, ovunque la macchina da presa possa riprendere video che poi vedremo a nostro agio sul piccolo schermo. Questa nuova possibilità ha suggerito alle griffes più importanti private dei famosi mega-shows di volare senza confini, senza necessità di pubblico presente, creando una sorta di nuova corrente di spettacolo che diventa anche una passeggiata nella grande arte architettonica del mondo, pretesto per una nuova forma di cinema-moda, possibilità di evasone per nuovi talenti della regia prestati alla moda.
L’ultima sfilata di Celine, la griffe che più di tutte in un certo senso interpreta il prestigio di Francia con quel suo logo che si ispira alle catene che a Parigi circondano l’Arco di trionfo alla fine dei Campi Elisi - ci ha portato con la collezione A/I 2021-22 nel superbo castello di Vaux-le-Vicomte (a sud di Parigi) spaziando con l’obbiettivo nelle sale superbe, negli anfratti preziosi, ma soprattutto sui famosi sentieri e viali, lungo specchi d’acqua e laghetti che ci consegnano intatta la vanità del loro ideatore, il famoso Nicolas Fouquè, ministro delle finanze del Re Sole che proprio con la costruzione di questo castello-villaggio, più lussuoso di Versailles e più ricco di qualsiasi dimora principesca dell’epoca , venne condannato al carcere a vita. Una ripicca del Re Sole invidioso? O , come affermano alcuni storici , la rabbia del potente ministro Colbert , quello che alla fine del Seicento mise in atto il famoso “sacco” di Burano per “rapire” le merlettaie e sottrarre alla Repubblica di Venezia i segreti del merletto per avviarne la produzione in Francia?
Vaux-le-Vicomte dentro le mura del castello suntuoso è quasi una città nei cui viali si respira ancora la grandeur di Francia legata a nomi divenuti famosi , ed è qui che Heidi Slimane , stilista di Celine, ha voluto far transitare le modelle con gli abiti immaginati per la prossima stagione fredda, l’autunno- inverno 2021- 2022 per la Maison francese.
Il freddo viene affrontato con piumini e bomber accompagnati da mini dal taglio sartoriale che si ispira alla moda degli anni Novanta. Una moda “semplice” come la definisce lo stilista che si compiace di sfilare in quel castello famoso che nel suo primo proprietario vede un nome divenuto famoso nella Francia seicentesca, anche perché Nicolas Fouquet, ministro delle Finanze del Re Sole , che alla costruzione di questo spazio possente emulo di Versailles dedicò tutte le sue forze e oltre, e per questo condannato, fu indicato in seguito come possibile “maschera di ferro”. Un personaggio ancora oggi sospeso tra l’incertezza, la leggenda, intrighi di palazzo a proposito dell’identità assegnata a tanti possibili nomi che dietro quella maschera si nascosero. Tra i più accreditati, Nicolas Fouquet, costruttore del castello di Vaux-le-Vicomte, che persino Casanova nei suoi appunti parigini indicava come dimora appartenuta alla “maschera di ferro”. Era davvero Fouquet il misterioso signore seicentesco che sapeva troppo?
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