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Sintomo è parola semplice e potente. Nel linguaggio medico, il sintomo indica sensazioni soggettive quali ad esempio il dolore, il prurito, il crampo o la vertigine, che accendono un semaforo giallo o rosso sulla salute del corpo e/o della mente. Si accompagna in genere a segni, i fenomeni obiettivi, come la febbre, la contrattura muscolare o altri, con cui il corpo rende visibili o percepibili le alterazioni che sottendono i sintomi. Il sintomo può nascere da cause interne, come un calcolo renale, un infarto, uno stato di ansia o paura, oppure da cause esterne: germi, traumi, sostanze tossiche, o un comportamento altrui. Questo merita una riflessione: molti sintomi fisici, emotivi o sessuali sono indotti da altri. Tuttavia tendiamo a concentrarci più sulla reazione che sull'azione che l'ha provocata, perdendo una sostanziale possibilità di cura. Un esempio paradigmatico sono i sintomi sessuali. In sessuologia medica clinica si parla di induttore del sintomo (symptom inducer) e portatore del sintomo (symptom carrier), da intendersi al maschile e al femminile, in ambo le direzioni, e all'interno dello stesso sesso. Una donna può non riuscire ad avere un orgasmo interno perché il partner ha un'eiaculazione precoce: succede al 51,9% delle donne. Eppure raramente si chiede alla donna anorgasmica nel rapporto se il partner abbia problemi sessuali e/o se sia troppo veloce. Lui può non riuscire a mantenere l'erezione, al momento di penetrare: per un eccesso di ansia, se giovane, o per cause vascolari, se è più avanti negli anni. Raramente si indaga su quanto la partner possa contribuire al problema: perché ha una contrazione eccessiva dei muscoli che circondano la vagina, indotta da fobia della penetrazione, e/o da un ipertono muscolare secondario a infiammazioni e dolore. Oppure perché, se in menopausa, ha una crescente secchezza vaginale che le causa dolore alla penetrazione. I muscoli di lei si contraggono difensivamente, si accorciano, la mucosa si assottiglia: l'entrata vaginale diventa sempre più stretta, quasi ostile («ce l'ha stretta e secca, sembra carta vetrata») e può dare il colpo di grazia a un'erezione tentennante. Che potrebbe invece tenere ancora bene se la vagina restasse morbida, ben lubrificata e accogliente. Curare entrambi è essenziale. Lei non ha più desiderio: difficile averlo, se lui è indifferente o aggressivo per il resto del giorno, se è veloce, monotono, o la fa sentire usata. Lui non ha più desiderio: difficile averlo, se lei non si cura, se lo umilia per le difficoltà sul lavoro davanti ai figli o agli amici; o se quella secchezza, curabilissima, lo fa sentire respinto. Sia perché la lubrificazione, da millenni, è il segnale forte del desiderio di lei, sia perché lei non sembra fare nulla per curarla. Primo aspetto pratico: nella coppia, quando il/la partner ha un sintomo, chiedersi, e chiedere al medico competente, quali potrebbero essere le diverse cause, personali e del/la partner, che concorrono al problema più evidente portato in consultazione. Altrimenti, nell'ombra, quell'induttore o induttrice, non valutato o curato, continuerà a far persistere il problema.
www.alessandragraziottin.it
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