Cinque donne morte di parto in una settimana. Eppure l’Italia, con Francia e Gran Bretagna è tra le nazioni con la più bassa mortalità ostetrica...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La seconda causa è la posizione della placenta: che dà luogo a sanguinamenti pericolosi quando è posta “previa”, ossia nella parte interna del collo dell’utero, davanti alla vagina. Nel momento in cui inizia la dilatazione del collo dell’utero, la placenta si stacca prematuramente (perché il bimbo è ancora in utero): inizia l’emorragia con la sofferenza fetale. Qual è il punto? La placenta previa si diagnostica bene con l’ecografia: il segnale di allarme scatta quando il bordo è posto a meno di due centimetri dal centro del collo, detto orifizio uterino interno. In tal caso si fa il taglio cesareo “di elezione”, prima che parta il travaglio, e il problema è prevenuto. La placenta accreta è di più difficile diagnosi. Ci si riesce in circa il 50% dei casi. Il rischio aumenta dopo pregresso taglio cesareo: si può ridurre il rischio riducendo il numero di tagli cesarei e facendo ecografie più accurate.
La terza causa pericolosa è il distacco “intempestivo” di placenta, durante la gravidanza. Il feto va in sofferenza da asfissia: non riceve più ossigeno. Il sangue si accumula tra la placenta e l’utero e ne causa un infarto, che richiede un’isterectomia d’urgenza. Se si crea una “coagulazione intravascolare disseminata” la donna muore per emorragia massiva e inarrestabile. Bisogna trovarsi in sala parto in queste situazioni, che, a volte, esplodono senza alcun fattore di rischio evidente. In termini assoluti, si tratta di eventi rari. Ma quando avvengono, è un dramma per tutti. In più altri fattori di rischio sono in agguato. Li vediamo la prossima settimana, per capire come prevenirli e/o diagnosticarli in tempo, quando possibile.
www.alessandragraziottin.it Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino