Quei pregiudizi duri a morire

Quei pregiudizi duri a morire
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La risposta più intelligente l'hanno data i suoi studenti: "Non ha fatto nulla di male". Ma, a fronte di una dimostrazione di maturità e apertura da parte dei ragazzi, l'inspiegabile tempesta scatenatasi attorno all'insegnante di San Donà di Piave diventata donna è la dimostrazione che la nostra società è ancora è ben lontana dai valori di libertà, tolleranza, rispetto degli altri. In particolare quando gli altri si discostano da quella "normalità" che qualcuno ritiene (ancora) depositaria di non meglio precisati "valori". La vicenda di San Donà è preoccupante in quanto dimostra che c'è ancora una parte della società che continua a non voler accogliere e rispettare chi non si conforma a mode ed etichette; che "criminalizza" senza ragione persone che non hanno fatto nulla di male, a parte chiedere di essere valutate per come sono, non per come appaiono; che di fatto isola ed emargina i "diversi", coloro i quali hanno il coraggio di non nascondersi, di non fingere, mettendo in atto scelte difficili all'insegna delle libertà. Di cosa sia colpevole la professoressa Cloe bisognerebbe chiederlo a quei cittadini che in questi giorni si sono stracciati le vesti indignati, a quei rappresentanti politici che dovrebbero essere l'espressione più avanzata della società (a cui spetterebbe il compito di farla progredire, non regredire verso un medioevo all'insegna della caccia alle streghe); a quei media che preferiscono le sterili polemiche ad un'utile rifllessione. Nessuno contesta alla docente di essere un pessimo insegnante e neppure di essere un ladro o un delinquente. La sua unica colpa (a parte la gonna troppo corta...) è di non essersi nascosta in casa, in quanto la sessualità sembra essere ancora un tabù, una cosa di cui vergognarsi.   In un periodo in cui tutti, a parole, siamo per la pace e la tolleranza, è triste accorgersi che nei fatti non è così. Non è necessario andare troppo lontano e scomodare altre religioni: l'intolleranza è qui, vicino a casa. Magari mascherata dietro la difesa di "valori" rispolverati per l'occasione, spesso costantemente disapplicati dagli stessi censori di giornata. Fortunatamente esistono ancora presidi come quelli della scuola di San Donà, capaci di assumersi le proprie responsabilità e di difendere con coraggio le scelte proprie e dei propri collabratori. E' partendo da queste persone che si può costruire la pace. Non da chi solleva scandali inesistenti per convenienza politica.
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Il Gazzettino