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Un potere enorme, concentrato tutto in una sola persona che, senza alcun controllo e senza doverne rendere conto ad alcuno, decide quali notizie i cittadini debbano sapere e quali siano destinate a restare nascoste.
Dal 14 dicembre il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 188 ha affidato al procuratore della Repubblica il compito di comunicare le notizie relative ai procedimenti penali. La diffusione di informazioni è consentita "solo quando è strettamente necessaria per la prosecuzione delle indagini o ricorrono altre rilevanti ragioni di interesse pubblico". Il procuratore può informare soltanto "attraverso comunicati ufficiali,oppure, nei casi di particolare rilevanza pubblica dei fatti, tramite conferenze stampa".
La norma, che recepisce una direttiva europea, è stata approvata con un obiettivo nobile e condivisibile: "assicurare, in ogni caso, il diritto della persona sottoposta a indagini e dell'imputato a non essere indicati come colpevoli fino a quando la colpevolezza non è stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili".
Ma, così come è stato scritto il decreto avrà l'effetto di limitare fortemente il diritto dei cittadini ad essere compiutamente informati; diritto costituzionalmente riconosciuto al pari della presunzione d'innocenza. Infatti, non solo il procuratore può decidere cosa comunicare e cosa tenere nascosto, ma può anche impedire alle forze dell'ordine di comunicare ai cittadini, se non esplicitamente autorizzate a farlo.
https://www.governo.it/sites/governo.it/files/DLGS_DIRETTIVA_2016-343.pdf
Il Gazzettino