Lemaitre, l'addio al noir con il suo primo noir: quante sorprese dalla signora ammazzatutti

Pierre Lemaitre quando è stato ospite di Pordenonelegge
Una letale signora ammazzatutti, anziana e sovrappeso, che ama i cani e la vita in campagna, e nasconde armi senza sicura persino nell’orologio a cucù di casa; un...

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Una letale signora ammazzatutti, anziana e sovrappeso, che ama i cani e la vita in campagna, e nasconde armi senza sicura persino nell’orologio a cucù di casa; un “comandante” che assegna omicidi su commissione deciso a fermare la sua “scheggia impazzita”, irraggiungibile amore di gioventù durante la Resistenza. E un ispettore con la “testa piena di serpenti” che cerca di stanare un assassino che colpisce con ferocia e senza una logica apparente. Pierre Lemaitre regala sempre sorprese: il grande romanziere francese, autore splendidi noir come “Alex”, “Irene”, “Camille” e della potente trilogia “I figli del disastro” ambientata tra le due guerre(“Ci rivediamo lassù”, “I colori dell’inferno” “Lo specchio delle nostre miserie”, Mondadori), si diverte a rispolverare il primo giallo scritto nel 1985, mai dato alle stampe, consegnandolo al lettore come sorta di “addio” (chissà) a un genere che non vuole più frequentare. Come dire: il primo e l’ultimo, o meglio il primo è anche l’ultimo, e pazienza se qualcuno resterà deluso.

IL LIBRO

“Il serpente maiuscolo” (Mondadori) è un divertissement inaspettato e irriverente, crudele e nerissimo che rivela il talento di un giovane scrittore che sa manovrare personaggi, situazioni, twist e colpi di scena con mano sicura, alternando comicità e tragedia che, come nella vita, trascinano le esistenze verso destinazioni inaspettate. Indi, meglio non affezionarsi troppo ai protagonisti, come ammonisce l’autore, perchè basta un nulla che il destino ce li sottragga. Ecco allora gli ormai anziani Mathilde ed Henry, spietati assassini, un tempo eroi della Resistenza ed ora killer su commissione: lei comincia a dimenticare le cose, perde colpi e uccide a casaccio, lui deve fermarla, anche se l’ama e la teme moltissimo, conoscendone la crudeltà. Il “buono”, l’ispettore Vassiliev, deve dare la caccia al “serpente maiuscolo”, ma nel frattempo avrebbe voglia di lasciarsi andare, e amare una giovane badante che si occupa di un amico ormai incapace di sopravvivere da solo.

LO SGUARDO

Dietro un giallo così anticonvenzionale e lontano dagli stereotipi, tuttavia, affiorano temi cari al “futuro” Lemaitre: c’è la ferocia della guerra che mina i destini di tutti, c’è la solitudine che imprigiona gli anziani, tanto più se malati,  c'è la difficoltà di provare sentimenti autentici in un mondo che non sa che farsene dei sentimenti, e poi la spietatezza delle istituzioni che non si curano di verità e giustizia. Ma soprattutto c’è il “lato oscuro” del coraggio di alcuni “eroi” della Resistenza, pronti a mascherare il proprio sadismo scegliendo “la parte giusta” della storia. E con sguardo beffardo e irriverente, Lemaitre chiude il suo thriller senza vincitori nè vinti, in un divertente cortocircuito che anticipa la nascita di un grande scrittore. Da leggere.

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Il Gazzettino