Ci sono collezioni che superano l’impatto immediato della presentazione e ti invitano alla riflessione stilistica che è cosa diversa dall’effetto che...
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Se Parigi vola di notte Roma ha dato …la meglio gioventù con una partecipazione di giovani che non mi piace chiamare così. Ci possono essere stilisti giovani, avvocati giovani, cantanti giovani ma non “giovani” stilisti, “giovani” cantanti, eccetera, perché essere giovani non comporta un’appartenenza professionale né un particolare titolo di merito, ma semplicemente una connotazione anagrafica. Tutti gli artisti, tutti i professionisti sono stati anche giovani, e si sa che il primo impatto con il lavoro presenta per tutti difficoltà e fatica. Ma non continuiamo per favore a propinare esibizioni di “giovani” quarantenni, cinquantenni, che non hanno avuto la fortuna di trovare una strada in salita e che è comunque giusto aiutare a proporsi senza catalogare in giovani o vecchi che non ha senso professionalmente. Al di là del concorso “Whoi is on next?” che premia ragazzi appena usciti dalla scuola, gli altri per favore chiamiamoli nuovi stilisti, lasciando stare la data di nascita che in arti conta poco o niente. Conta sul talento, la fantasia, la bravura, e a Roma di bravi ne abbiamo incontrati più di uno. Bella la performance di Monteneri con le sue proposte in pelle. Interessanti le collezioni firmate da Bratis, dal libanese Bazaza, le invenzioni di Giannico, enfant prodige della nuova calzatura, Oliver, Azzurra Gronchi, Sara Lanzi, il duo Arnoldo & Battois (del quale ci siamo già occupati) che a Roma ha svolto il tema intrigante della filosofia applicata al “fashion”. E pensieri poetici sono anche il pane di Greta Boldini per una collezione che lei stessa definisce “onirica”.
Sono gli emergenti, i nuovi, i meno noti, ancora quasi sconosciuti al grande mercato che AltaRoma fa bene a valorizzare: ma per favore non chiamiamoli più “giovani stilisti”.
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Il Gazzettino