Nuove norme contro i cittadini, a favore delle assicurazioni

Nuove norme contro i cittadini, a favore delle assicurazioni
Ancora norme a favore dei più forti e a danno dei più deboli. Lo scorso 8 marzo la X Commissione del Senato ha approvato due emendamenti al Ddl Competitività...

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Ancora norme a favore dei più forti e a danno dei più deboli. Lo scorso 8 marzo la X Commissione del Senato ha approvato due emendamenti al Ddl Competitività uscito dalla Camera che stravolgono i principi del processo civile, creando un curioso nuovo "rito assicurativo", che rende più difficile per i cittadini agire in giudizio nei confronti delle imprese assicurative al fine di ottenere il risarcimento dei danni patiti a seguito di incidenti stradali.

La questione è in apparenza banale, ma gli effetti rischiano di essere disastrosi se la legge dovesse essere approvata così com’è stata scritta a Palazzo Madama. In qualsisai processo civile è possibile chiedere l’audizione di eventuali testimoni fino all’inizio del processo, ma nel caso di incidente stradale non sarà più così. Il cittadino danneggiato dovrà indicare immediatemente i testimoni, contestualmente alla denuncia del sinistro alla compagnia assicuratrice, pena la decadenza, ovvero l’impossibilità di citarli in un secondo momento. Con il risultato che molte cause finiranno in nulla di fatto, per la felicità delle assicurazioni e la beffa del cittadino danneggiato.
L’Organismo unitario dell’avvocatura ha contestato gli emendamenti, sostenendo che sono ingiustamente penalizzanti nei confronti della parte più debole, e peraltro incostituzionali, in quanto stabiliscono per gli incidenti stradali un rito processuale diverso da quello in vigore per tutte le altre cause civili. Ma la X Commissione del Senato li ha approvati ugualmente.

Ma non è l’unica novità: all’art. 148 CDA è stata introdotta un’inedita improcedibilità della domanda per “sospetto” di frode, sulla base di autonome valutazioni discrezionali dell'assicuratore, al quale viene dato dato potere di impedire al danneggiato di fargli causa per ulteriori sessanta giorni, termine entro il quale dovrà fargli pervenire le sue osservazioni. Norma che, secondo l’Oua rischia di favorire atteggiamenti dilatori, ancora una volta a danno della parte più debole. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino