No al terrorismo. No all'intolleranza e all'odio

 No al terrorismo. No all'intolleranza e all'odio
 Di fronte alla strage di Parigi, alla spietata e ingiustificabile...

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 Di fronte alla strage di Parigi, alla spietata e ingiustificabile violenza dei terroristi, è difficile controllare la rabbia, il desiderio di vendetta. Ma la differenza tra civiltà e barbarie si misura anche e soprattutto nelle modalità di reazione. La paura, la legittima richiesta di sicurezza, non possono, non devono, diventare un alibi per ridurre i diritti e la libertà, per rinunciare ai propri valori, per abbassare il livello di sviluppo sociale di un Paese.
Ciò che si propone il terrorismo è proprio di creare un senso di insicurezza e in tal modo di scatenare una reazione di intolleranza e di violenza. Di far arretrare la civiltà e, con lo spettro del terrore, di trascinarla indietro nel tempo, verso il buoi di un moderno Medioevo.
La Francia, l'Europa, non devono cadere in questa trappola. Il terrorismo va combattuto con fermezza e determinazione, senza però senza rinnegare il proprio modello, i propri ideali, i propri valori che rifuggono la violenza; senza rinunciare alle conquiste sociali faticosamente raggiunte.
Lo ha detto il presidente francese, richiamando tutti al senso di responsabilità, sollecitando tutti ad evitare generalizzazioni, a non dare il via a campagne di odio e ad una spirale di violenza senza fine. Perché la violenza genera sempre violenza. Anche quella verbale. Lo ha ribadito la grande manifestazione che ha visto in piazza, a Parigi, oltre un milione di persone e gran parte dei leader del mondo occidentale.
In uno Stato di diritto non si gioisce di fronte alla morte di qualcuno, neppure a quella di un efferato terrorista. Fa rabbrividire, dunque, il titolo di un quotidiano nazionale, Il Giornale, che ha urlato a tutta pagina: "Uccisi, finalmente".
Non è predicando l'odio che si fermerà il terrorismo. Né avviando nuove campagne militari: le guerre combattute dalle coalizioni occidentali negli ultimi anni ne sono la dimostrazione più lampante. Hanno avuto il solo risultato di moltiplicare i terroristi.
L'unica soluzione è l'integrazione. Vera. Isolando i criminali, gli estremisti. Quelli islamici, così come i neofascisti, i neonazisti, i nuovi brigatisti e chiunque altro utilizzi la violenza per scardinare le democrazie.
La risposta da dare al terrorismo deve essere, dunque, l'estensione, il rafforzamento dei diritti per tutti. Il superamento delle disparità sociali che, soprattutto nelle periferie degradate, contribuiscono a far crescere il malcontento e l'odio. Non serve militarizzare le città, ridurre la libertà, trasformare tutti i cittadini in sorvegliati speciali. Intraprendere questa strada significa far vincere il terrorismo.
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Il Gazzettino