"No al reato di tortura": le parole pericolose di certa politica

 "No al reato di tortura": le parole pericolose di certa politica
Fanno rabbrividire e preoccupano le parole prounciate dal segretario...

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Fanno rabbrividire e preoccupano le parole prounciate dal segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, secondo il quale "carabinieri e polizia devono poter agire liberamente", perché "se il delinquente si fa male sono fatti suoi". Ammesso che sia giusto e legittimo l'uso della violenza nei confronti dei delinquenti (cancellando secoli di storia e di sviluppo della civiltà occidentale) bisognerebbe spiegare al segreterio della Lega che chi viene fermato dalle forze dell'ordine, oltre a dover essere considerato innocente fino al processo (così dice la carta costituzionale), non sempre ha a che fare con le indagini in corso. Magari sta passando lì per caso. E non capita di rado, perché, soprattutto all'inizio, le indagini procedono per tentativi e diverse piste da percorrere per cercare di capire cosa sia successo e di chi sia la responsabilità. Legittimare l'uso della forza senza alcun controllo è degno della peggior dittatura, non di uno stato di diritto.  Ed è per questo che sorprendono anche le poche prese di distanza, le critiche, di fronte a frasi che dimostrano una singolare visione delle regole democratiche da parte di un importante leader di partito. Secondo il quale "La Corte europea dei diritti umani potrebbe occuparsi di altro". Per fortuna, invece, esistono istituzioni internazionali che hanno interesse a tutelare i più deboli contro i possibili abusi del potere. Abusi che non sono ipotesi così remota neppure nella civilissima Italia, come hanno dimostrato  i tristi episodi di Genova, con pestaggi indiscriminati di persone inermi da parte della polizia. A 31 anni dall’ entrata in vigore della Convenzione delle Nazioni Unite che bandisce la tortura, già ratificata da 157 Paesi, l'Italia non si è ancora adeguata ed è stata messa in mora. Di conseguenza, lo scorso aprile la Camera dei deputati ha approvato un disegno di legge che, finalmente, introduce anche in Italia il reato di tortura. Ma il testo, in attesa di discussione in Senato, viene duramente contestato dal Sap, il sindacato autonomo di polizia.
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Il Gazzettino