Cameretta rosa con lettino a fiori e qualche foto appesa al muro vicino all'abat jour. Una camera rossa, rosse le pareti, le lenzuola, il piumino; un copriletto leopardato e...
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Alle pareti, manifesti, locandine, disegni evocanti momenti spettacolari o situazioni sociali di tensione o di gioia nella seconda metà del Novecento , non importa in che paese del mondo, raccontati anche dai disegni di Robert E.McGinnis, pittore e illustratore famoso (suo - tanto per citarne uno particolarmente noto - il manifesto per il film "Colazione da Tiffany" con Audrey Hepburn).
Così Miuccia Prada ha voluto il contesto scenografico per la sua sfilata dedicata al pret-à-porter del prossimo autunno-inverno: una casa d'antan che esprima accoglienza e comprensione, una casa che accolga, che consenta l'unione, l'incontro, il racconto umano.
"Mi sono lasciata prendere da considerazioni - ha detto la stilista - che prendono le distanze da finalità esclusivamente estetiche. E' vero, un vestito deve renderci piacevoli, attraenti, seduttive: ma oggi quale valore dare alla seduzione? E' ancora un valore verificabile?"
Gli interrogativi di Miuccia non cadono nel vuoto ma sorprendono anche la stampa che deve tener conto della volontà di Prada di vestire questo dubbio: abbigliarsi per piacere a qualcuno o a se stessi, o è il piacere di giocare alla sfida della seduzione malvestita? Indossare ciò che ti viene sottomano senza pensare, senza guardare, nella certezza di obbedire a un impulso di nuova identità?
Il mitico Cyrano di Rostand direbbe "al fin della tenzone, io tocco". E Prada, con l'ultima modella della sfilata uscita su una colonna sonora di applausi incontenibili (provenienti soprattutto dal pubblico più giovane), alla fine, ha "toccato" forse più di sempre , pur con proposte stilistiche che lasciano perplessi per voluta disarmonia, giochi quasi patch work senza storia e senza tempo che suggeriscono balze di pelliccia alte anche 60 centimetri applicate sul fondo di cappotti decorati, ricamati, toppe di tessuto prezioso (accostato a materiale povero supercolorato). Il tutto su "scarponi" metropolitani, polacche con pelliccia che deborda dall'interno, sneakers glitterate impreziosite da borchie e lacci policromi.
...E la moda continua...non muore perchè non c'è, può rinascere di volta in volta perchè la inventiamo noi: come si fa con l'amore.
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Il Gazzettino