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“Mamma ,li Turchi!”. Mia nonna (nata nel 1866, l’anno in cui Venezia cambiava famiglia!) mi diceva che la Repubblica Serenissima è sempre riuscita a tenere a bada i nemici che tentavano di occuparla ricorrendo all’aiuto delle bricole in laguna. Indispensabili per chi deve navigare in condizioni sempre infide imposte dalle secche improvvise, le bricole ( i pali piantati nell’acqua per indicare la retta via), se eliminate - rendevano pericolosissima e impossibile la navigazione per le navi guerriere. Una volta avvistate veniva lanciato l’ordine dal Capitano de Mar: cavar le bricole. E non ci fu flotta agguerrita, neanche la potente flotta genovese, in grado di arrivare a Venezia senza quei pali preziosissimi. Se cito questa circostanza è perchè quell’ordine che veniva impartito: cavar le bricole, ha costituito una delle massime che hanno accompagnato la mia formazione in quanto la nonna mi suggeriva, ove mi fossi trovata in casi diffiicili, di “cavar le bricole”, ovvero destabilizzare l’interlocutore per prendere tempo. Ma perchè la “tre giorni” di Doloce & Gabbana a Venezia mi fa venire in mente l’ordine del Capitano da Mar? Perchè non sarà una sfilata-spettacolo, né uno still- life scenografico: da sabato 28 a lunedì 30 agosto, il duo di stilisti ricco di fantasie turistico-modaiole, metterà in atto una vera e propria occupazione che non arriverà dal mare ma dalla terra e che Venezia non potrà cercare di gestire “cavando le bricole”. Se mai questa volta saranno loro a metterci in riga, togliendoci l’uso consueto di spazi prima in Piazzetta e poi in Piazza San Marco. Qui il duo che ha già sperimentato il tour della moda D & G presenterà di tutto e di più, estendendo la fase espositiva in vari punti della città. Un esercito di operatori , tecnici,artisti della moda, giornaliste armate di taccuino pronto a tutto, si sposteranno dalla Piazza all’interno di Palazzo Ducale per ammirare la collezione di gioielli , le proposte per la casa. Al seguito di Sharon Stone che sarà la musa di questo evento si recheranno poi a Rialto, in Pescheria, a Palazzo Vendramin Calergi o nella Scuola di San Rocco, in Arsenale per la moda maschile, mentre i numerosi ospiti si divideranno tra i vari alberghi offrendo ai servizi e all’economia della città occasioni positive. Una kermesse così imponente da rendere meno protagonisti gli abiti , i bijoux, le borse, le scarpe, l’intera collezione esposta anche con interventi importanti affidati ad artigiani veneziani. Una occupazione in piena regola che toglierà qualche bricola agli abitanti di Venezia, i “Veneziani in fase di estinzione”, abituati a cavalcate meno eccessive ma partecipi degli eventi che vanno considerati soprattutto perchè consentono alla città di contare su un turismo sia pure di passaggio decisamente più disponibile a spendere, ad usare Venezia come luogo di shopping immaginifico, forse anche - perchè no? - ad ammirare qualche monumento o qualche opera d’arte. Tra gli assestamenti imposti dall’occupazione fashion ad alta caratura economica vi saranno tagli a certe corse di vaporetti, imbarcaderi sospesi, dirottamenti imposti da percorsi obbligati. In alcune zone saranno interdetti gli ingressi. Chiusura totale con fasce orarie stabilite per il rio di S.Pantalon. Domenica niente musica nei caffè di Piazza. Venezia occupata: ma tre giorni passano presto.
Il Gazzettino