Addio Midge: ci mancherà un'eroina fantastica come Mrs. Maisel

La fantastica signora Maisel
Cara Midge, ci mancherai. La fantastica Signora Maisel, che per cinque stagioni ci ha accompagnato su Amazon Prime raccontando la difficile conquista del palcoscenico di una...

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Cara Midge, ci mancherai. La fantastica Signora Maisel, che per cinque stagioni ci ha accompagnato su Amazon Prime raccontando la difficile conquista del palcoscenico di una talentuosa stand-up comedian ebrea a fine anni Sessanta, conclude il suo percorso con un finale sincopato e scoppiettante, con “4 minuti” di fuoco che racchiudono l’essenza di un magnifico personaggio scritto e diretto da Amy Sherman-Palladino col marito Daniel, vincitore di tantissimi premi, tra cui 20 Emmy nella categoria Outstanding Comedy Series. Sono 4 minuti in cui Midge si “prende” la scena, finalmente, senza più chiedere permesso, sintetizzando con ironia le avventure vissute nelle stagioni passate, da quel microfono afferrato quasi per caso, e un tantino ubriaca, nella puntata pilota in cui lei, elegante casalinga dell’Upper West Side, si svela al pubblico ridendo di se stessa, tradita e abbandonata dal marito che le ha preferito la segretaria. Senza scordare però le ironiche stilettate alla famiglia, al rapporto con i genitori sempre pieni di aspettative e di tradizioni ebraiche, anche ai figli che forse avranno bisogno, crescendo, di uno psichiatra, e ovviamente all’ex marito che rimane il grande amore, nonostante le abbia dato il più grande dolore e anche la più grande opportunità.

IL PROGETTO

“The Marvellous Mrs. Maisel” unisce una messa in scena curatissima ed elegante, consapevole del proprio stile e linguaggio, a una scrittura brillante e travolgente così rapida da trascinare con sè personaggi e situazioni. Ecco Midge, la magnifica Rachel Brosnahan, vera eroina e femminista antelitteram, coi suoi vestiti e cappellini colorati, i capelli sempre a posto, i tacchi e l’intelligenza creativa che bypassa la società che la circonda. Un mondo che impone alle donne di essere brave mogli, sempre belle e desiderabili, di saper cucinare e accudire i figli, di sostenere il marito in tutte le sue imprese. Ma Midge, affiancata da una meravigliosa e sfrontata manager come Susie Myerson (la grande Alex Borstein), la prima a credere nelle sue doti di cabarettista, sfida gli sguardi della società, della famiglia, e pure i propri preconcetti, facendosi largo in un universo sessista, patriarcale e discriminatorio come quello del cabaret e dei locali notturni. La chimica tra le due protagoniste è potente, ed è il vero collante della serie: tanto Midge si muove elegante sui tacchi a spillo in ambienti che non vogliono accoglierla, tanto Susie è sciatta e trascurata, si veste da maschiaccio, quasi a volersi mimetizzare nel contesto in cui si muove e lavora. Insieme raccontano una storia di emancipazione femminile, di amicizia e libertà, di lotta alla censura e al bigottismo, ma anche di sessualità, di rapporti di coppia, di felicità e infelicità, di solitudine e paura. Svelando una società nelle sue contraddizioni e nei suoi stereotipi: perché se sei una donna, non puoi essere divertente, se sei madre non puoi fare la comica, e se sei bella e sali sul palco puoi fare solo la cantante.

LO SGUARDO

Per cinque stagioni Sherman-Palladino ha aggiunto sfumature, dettagli, pensieri e sentimenti alle sue due protagoniste, ma anche a tutti gli altri personaggi che le circondano, dai particolarissimi genitori di Midge (i bravissimi Tony Shalhoub e Marin Hinkle) ai suoceri rumorosi e invadenti Moishe e Shirley (Kevin Pollack e Caroline Aaron) e poi l’ex marito Joel (Michael Zegen) che non riesce a trovare l’amore. Per cinque stagioni la macchina da presa si è mossa elegante tra gli interni di appartamenti lussuosi o trascurati, palcoscenici fumosi, sale da pranzo chiassose, “diner” fucina di idee, stanze del “pensiero” di programmi tv dove le donne non sono ammesse,  seguendo funambolici duetti al telefono o davanti a un bicchiere. Midge conquista il palcoscenico per tutte le donne, a testa alta, con la forza del suo talento. E si batte per potersi esprimere liberamente, come un uomo, e senza finire in carcere per oltraggio al pudore (come l’amico Lenny Bruce) e senza cedere alle avances del potente di turno per fare carriera. E nei flashforward che ce la mostrano ormai vincente e affermata, si realizza il sogno di tutte le donne che si sono liberate da pentole, bigodini e aspettative altrui per essere se stesse. E non è poco.

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Il Gazzettino