L’empatia non è una cosa che si compra: o ce l’hai o non ce l’hai. E Mara Venier, che oggi da soubrette, presentatrice, intrattenitrice televisiva...
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In occasione di un lieve malore che l’ha colta recentemente durante una trasmissione di “Domenica In” la rete si è riempita di messaggi augurali inviati dalle persone più diverse, il suo “popolo”. Perché la Venier non ha un certo pubblico ma un suo pubblico “amico” che la segue nelle presentazioni che conduce con grande professionalità e scrupolosa preparazione.
Ma tutto questo non bastava più alla presentatrice “tettuta” ed eccola da qualche stagione apparire sul palcoscenico della moda vera, testimonial prima e in seguito stilista vera e propria, creatrice di modelli inventati per un marchio (“Luisa Viola”) che appartiene al gruppo Miroglio, e che si è specializzato in abiti destinati a donne di taglia più forte.
Stilista per caso da quasi tre anni, ma decisa ad andare fino in fondo, Mara Venier ha proposto ora per “Luisa Viola” la sua settima collezione , riscuotendo a Milano dove ha sfilato, applausi e consensi incoraggianti.
I suoi abiti sono semplicissimi, qualche variante bizzarra viene trattata con prudenza, giusto per rendere un modello più creativo, ma in genere vincono le forme fluide, la moda che scivola sulla silhouette , mascherando o rendendo più dolci curve a volte prepotenti. Velluto, sete miste a maglina di grande vestibilità, tailleurs con giacca diritta , sempre scostata , su gonna lunga, o con pantaloni aderenti .
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“ La mia capsule di moda - ha detto quasi commossa Mara alla fine della sfilata - presenta un guardaroba che vedo ideale per una donna contemporanea versatile e disinvolta. L’ho immaginato per me. Qualcuno obietterà che ci sono molti accenni a un look tropicale , colori “estivi” mentre la collezione si rivolge al prossimo inverno: l’ho voluto io, immaginando quanto mi piace indossare una tunica leopardata, un blazer colorato, una sciarpa in toni accesi, caldi , mentre fuori piove, tira vento, e l’inverno è grigio! La moda può permettersi la libertà. O no? “
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Il Gazzettino