Linea dura contro i raduni, tante perplessità su un decreto privo di urgenza

Linea dura contro i raduni, tante perplessità su un decreto privo di urgenza
È stato denominato decreto anti rave party, ma in realtà la prima norma varata dal Governo Meloni è di portata ben più ampia in quanto...

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È stato denominato decreto anti rave party, ma in realtà la prima norma varata dal Governo Meloni è di portata ben più ampia in quanto punisce in modo severo i raduni di qualsiasi tipo che, con invasione di terreni o edifici, siano considerati pericolosi per ordine pubblico, incolumità pubblica o salute pubblica.

In via preliminare bisognerebbe capire quale fosse l'urgenza per procedere attraverso un decreto legge: trovare una motivazione è ben difficile, se non impossibile. I rave party sono davvero pochi e fino a ieri non hanno mai costituito un problema irrisolvibile, tanto che a Modena lo sgombero è stato fatto prima ancora che fosse varata in tutta fretta la nuova norma:  il codice penale, va ricordato, prevedeva già il reato di invasione di terreni o edifici e metteva a disposizione gli strumenti per agire e ripristinare la legalità.

In ogni caso, se il tema era considerato dal governo di particolare interesse pubblico, si sarebbe dovuto portare il dibattito in Parlamento, dove devono essere discusse le leggi: imporre l'entrata in vigore immediata di questa norma per decreto è una forzatura inutile che alimenta i sospetti sulle vere intenzioni per cui è stato creato l'articolo 434-bis del codice penale, dal titolo "Norme in materia di occupazioni abusive e organizzazione di raduni illegali - Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica".

Innanzitutto leggiamo il nuovo articolo: "L'invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l'ordine pubblico o l'incolumità pubbica o la salute pubblica". Chiunque organizza o promuove l'invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro mille a euro diecimila".

Ciò significa che, nel caso di qualsiasi tipo di raduno con più di 50 persone saranno possibili maxi retate, sequestri e confische, sempre che sussista il pericolo per l'ordine pubblico (l'incolumità o la salute). E a deciderlo in prima battuta saranno le forze di polizia che, come tutti sanno, rispondono al potere esecutivo. Le occupazioni delle scuole da parte degli studenti, ad esempio, potranno essere affrontate e risolte con manette per tutti, visto che la pena prevista è superiore al tetto dei quattro anni. Lo stesso vale per le occupazioni di fabbriche che il datore di lavoro vuole chiudere. E così via. Le preoccupazioni, dunque, sono legittime, a prescidere da quale sia la posizione politica. Così come i dubbi di legittimità costituzionale.

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Il Gazzettino