L'Italia nei test centra due obiettivi su tre e ora può sperare in un buon Sei Nazioni

L'Italia nei test centra due obiettivi su tre e ora può sperare in un buon Sei Nazioni
L’Italia ha centrato due dei tre obiettivi fissati per poter...

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L’Italia ha centrato due dei tre obiettivi fissati per poter giudicare positivo il suo autunno internazionale. Niente promozione a pieni voti, quindi, ma la sufficienza abbondante. Il primo obiettivo era tornare alla vittoria, in qualunque modo. Centrato con il 24-13 contro Samoa. Frutto di una buona prestazione dopo un primo tempo delicato (sotto 10-3), perchè gli azzurri erano preda dalla paura di fallire. Il secondo obiettivo era il successo con l’Argentina. Fallito di un soffio. Sconfitta 20-18 anche se dall’altra c’erano tanti cuccioli (5 under 21, 12 under 25, 2 over 30) e non i Pumas del Quattro Nazioni (12 infortunati). Peccato, perchè era l’occasione per sfatare un tabù che dura da Piacenza 1998. Ed era l’occasione di dimostrare che i 10 over 30 della rosa italiana hanno la maturità per vincere le partite in bilico. Invece ci sono riusciti i ragazzini argentini. Poi capaci di andare a battere anche la Francia. La partita dell’Italrugby è stata comunque intensa e di ottimo livello, soprattutto nel primo tempo. Le due mete subite sono frutto di gravi disattenzioni, non di carenze strutturali. I 2 punti sono lo scarto minimo nelle (tante) sconfitte subite negli scontri diretti con i Pumas. Il terzo obiettivo era fare bella figura contro il Sudafrica, 2° nel ranking mondiale. Centrato in pieno. Il ko 22-6 a Padova ha eguagliato la miglior sconfitta di sempre, a Witbank nel 2010 (29-13, ma allora una meta l’abbiamo segnata). L’Italia ha difeso con efficacia, retto lo scontro in conquista, proposto iniziative di gioco. È stata alla pari per oltre un’ora con gli Springboks, rischiando pure il sorpasso (9-8), se il calcio di Haimona da metà campo fosse entrato. L’hanno schiantata solo l’usura finale, i cambi di qualità sudafricani e due giocate del neoentrato Willie Le Roux, un fenomeno. Con questi test autunnali la Nazionale ha così cancellato l’anno orribile (13 sconfitte su 14, alcune tariffe inaccettabili). Ha ritrovato una solidità difensiva (6 mete subite), indispensabile per competere ad alto livello, e dei giocatori smarriti o appannati per problemi fisici (Parisse, Favaro, Zanni, Minto, Morisi). Ha inserito nuovi stranieri di formazione (Haimona, Vunisa, Chistolini) che danno garanzie. Ha individuato il gruppo ristretto (nei 3 test praticamente schierata la stessa formazione) che andrà al Mondiale. Ora di tutto ciò servirà la controprova al Sei Nazioni. Dove centrare vittorie, risultati e buone prestazioni sarà infinitamente più importante, anche se qualcuno pensa il contrario, che alla Coppa del Mondo. Appuntamento a febbraio. (Ivan Malfatto)
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Il Gazzettino