L'intolleranza del Potere a ogni latitudine il diritto negato da Teheran all'Italia

L'intolleranza del Potere a ogni latitudine il diritto negato da Teheran all'Italia
Non fosse quasi una commedia grottesca, “Kafka a Teheran” (titolo italiano che fa capire la crudele e sconvolgente...

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Non fosse quasi una commedia grottesca, “Kafka a Teheran” (titolo italiano che fa capire la crudele e sconvolgente assurdità del Potere) risulterebbe un’immagine agghiacciante sull’Iran di oggi, capace di governare, fino all’umiliazione, i comportamenti e i pensieri della sua popolazione. Diviso per brevi, scarni siparietti, tutti a camera fissa, soggettive dello stesso prepotente Potere, a cominciare da quella inquadratura sulla città che si risveglia all'alba, il film di Ali Asgari e Alireza Khatami ha la destrezza fulminante di inchiodare soprusi e vessazioni psicologiche in un quadro di disarmante negazione di ogni diritto. Non tutti i ritratti hanno la medesima forza. I migliori sono all’inizio e spaziano a colpire tutti ad ogni età, dai neonati - per avere un nome ammesso dalla legge - fino alla vecchiaia - negata anche per l'affettuosa presenza di una cane, ma in poco più di un’ora tutti esprimono benissimo il medesimo sconcerto. E perfino paura. Voto: 7.

VORREI CHE FOSSE FIGLIA - “Nata per me” è la storia vera di Luca, gay, single, cattolico, prete mancato, che alcuni anni fa chiese l’adozione di una bambina down senza famiglia, dovendo subire ogni sorta di angheria giuridica e personale. Ma alla fine è diventato la prima persona in Italia a riuscirci, nonostante ancora oggi sia quasi impossibile. Se la questione “politica” è sacrosanta, Fabio Mollo la mette in ordine con uno stile convenzionale, spesso da fiction televisiva, fin troppo declamata nei dialoghi, senza farla cioè emergere solo dagli eventi. Ne esce un film che sa anche toccare momenti di tenerezza, a cominciare dai flashback dell’infanzia, ma che resta debole in generale, anche per la scarsa incisività del protagonista Pierlugi Gigante. Molto meglio le attrici, da Teresa Saponangelo a Barbora Bobulova, fino alla mamma Antonia di Iaia Forte  Voto: 5,5.

 

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Il Gazzettino