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Un altro lutto nel mondo del motorsport. All’età di 78 anni è salito in cielo il “finlandese volante”. Hannu Mikkola era ingegnere e, in un paese dove i rally sono lo sport nazionali e dove per molto mesi l’anno si viaggia al buio e sul ghiaccio, iniziò a correre in auto in età adulta, quando aveva oltre vent’anni. Allora, all’epoca eroica dei rally, per diventare un grande campione serviva un requisito: essere nato nella penisola scandinava. Per i primi anni del Mondiale, istituito nel 1973 come Costruttori ed affiancato dal 1979 anche dal titolo riservato ai Piloti, i ragazzi del grande Nord (e in particolare i finlandesi) vincevano più gare di tutti gli altri messi insieme. L’albo d’oro parla chiaro: Aaltonen, Toivonen padre e figlio, Makinen, Mikkola, Alen, Waldegard, Blonqvist, Salonen, Kankkunen, tutti campioni del mondo per i primi dieci anni con la sola parentesi del tedesco Walter Rohrl.
Mikkola ha iniziato a pennellare traiettorie prima che nascesse la serie iridata e poi ha messo in bacheca 18 rally mondiali, vincendo con navigatori e macchine che hanno fatto la storia, a tutte le latitudini.
Il suo primato è stato solo eguagliato, ma non battuto, negli anni Duemila dal connazionale Marcus Grönholm. Mikkola ha vinto dappertutto (Portogallo, Nuova Zelanda, Svezia, Argentina), ma i suoi amori furono le fangose foreste dell’autunno britannico dove si impose quattro volte al Rally Rac, l’Africa, dove dominò in Marocco, Costa d’Avorio e due volte al mitico Safari in Kenya. Adorava anche le maratone, fu primo alla Londra-Maxico City. Fu navigato dal Jean Todt, ex capo della Ferrari nell’era Schumacher e per tre mandati di fila presidente della Federazione Internazionale (FIA). Ha vinto, oltre che con la Volvo e la Ford, anche con la Peugeot, la Toyota, la Mercedes e l’Audi. Proprio con la casa dei Quattro Anelli il periodo più bello e i risultati migliori.
Hannu viene ingaggiato infatti nel 1980 dal leggendario ingegner Piech per sviluppare il progetto rivoluzionario della Quattro. Mikkola era stato due volto vice campione del mondo: nel 1979, per un solo punto dietro a Waldegard, e nel 1980 alle spalle di Rohrl. Nel 1981 ottiene la prima vittoria per l’Audi in Svezia. L’anno successivo è terzo in classifica generale preceduto dalla compagna di squadra e pilotessa più forte di tutti i tempi Michel Mouton che contese il titolo al solito Rohrl. Nel 1983, finalmente, arriva il meritato titolo. L’ultima vittoria è con l’Audi 200 quattro al Safari del 1987. Nel 1994, ha 42 anni, appese il casco al chiodo.
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