OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Novantadue, lassù c’è solo lui. È durato poco il record di vittorie in condominio con Michael Schumacher. Lewis Hamilton dà lezioni di guida anche in Portogallo e mette nella sua ricchissima bacheca il trionfo che lo lascia in solitario nell’olimpo della gloria in Formula 1. Un fenomeno. Un cannibale. Un maestro. Ma anche un campione che sovrasta i rivali da tutti i punti di vista. Velocità, talento e fame non bastano, la macchina da guerra inglese non ha rivali nemmeno in freddezza, affidabilità, costanza e tattica di gara. Ieri per fare il balzo che lo ha portato direttamente nella leggenda è salito in cattedra è ha tenuto una “lectio magistralis” giocando come il gatto e il topo con tutti gli avversari. Un dominio assoluto. Una superiorità schiacciante.
Che ha frantumato il morale del suo bravo compagno di squadra secondo al traguardo e si è guadagnato l’ammirazione anche dei due galletti rampanti, gli unici che, con una macchina uguale, avrebbero la sfrontatezza di mancare di rispetto al maturo Re. Vertasppen e Leclerc dovranno aspettare ancora un po’ perché, anche se non ha ancora firmato il contratto, è certo che il prossimo anno sarà ancora lui a cavalcare la Freccia più veloce del pianeta. E battere Hamilton al volante della monoposto migliore è un impresa disperata. Freddo, cinico, ragionatore, non sbaglia mai. In pochi ricordano un suo errore.
Dei campioni del passato parla poco. Dice che i primati non gli interessano, che corre soltanto per il piacere di guidare il capolavoro realizzato da un team perfetto.
Ieri a Portimao in Algarve, su un circuito tipo montagne russe dove bisognerebbe correre tutti gli anni se non fosse un campionato mondiale, il britannico, più che un campione, è sembrato un computer. Una pole da favola su una pista per tutti sconosciuta, ribaltano regole che sembrano consolidate, usando una fantasia concreta. Ha conquistato la partenza al palo non con le gomme più morbide e facendo più di un giro. In Portogallo era la soluzione migliore e lui è stato l’unico a intuirlo. Poi la gara, una poesia. Scattato in testa con le gomme più dure dei rivali, è stato abbottonato nei primi giri sotto qualche goccia di pioggia perché non valeva la pena rischiare.
Sembrava la giornata di Bottas in palla già nelle prove come ogni tanto gli capita. Invece il Re nero ha conservato i pneumatici, risparmiato benzina e, quando tutto era sotto controllo, ha inserito la “modalità” Hamilton. Con un zampata ha scavalcato Valtteri e poi via, un uomo solo a comando. Ha migliorato una decina di volte il giro veloce seminando tutti gli altri. Alla fine solo tre avversari hanno evitato il doppiaggio, oltre al compagno, Verstappen terzo e Leclerc quarto. Pole, vittoria e giro veloce, asso piglia tutto. Ora ha oltre tre vittorie di vantaggio sul secondo (256 contro i 179 punti di Bottas), è sicuro che il Campionato non finirà all’ultima gara.
Nel giro veloce ha dato oltre un secondo e mezzo al primo non Mercedes e, per di più, lo ha fatto con le gomme bianche, le più dure. La gara degli altri è stata interessante. Valtteri è diventato matto per chiedere via radio ai box «come mai la gomme di Lewis erano ancora perfette e come faceva a volare come un diavolo risparmiando benzina». Dopo la gare ha dovuto sentire pure Hamilton dire che in rettilineo doveva alzare il piede destro (quello dell’acceleratore...) perché aveva un crampo al polpaccio.
Ottimo super Max, concreto fino al traguardo, mentre con le gomme dure Charles ha un po’ mollato evitando per poco il doppiaggio. Un quarto posto è un bel risultato per la Ferrari che è sulla strada di un lento recupero. Quinto Gasly, sesto il futuro ferrarista Sainz, solo decimo Sebastian Vettel.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino